Edoardo Molinari, alle Rovedine lezione di golf per i giovani milanesi

Il campione, in versione maestro molto speciale e molto paziente, ha incontrato gli appassionati del club svelando segreti, trucchi e aneddoti della sua vita sui green di tutto il mondo

Edoardo Molinari, alle Rovedine lezione di golf per i giovani milanesi

Edoardo Molinari, classe 1981, trionfatore nella coppa del Mondo 2009 assieme al fratello Francesco («il successo a cui tengo di più»), vincitore nel 2010 dell'Open di Scozia e componente del team europeo che in Galles, sempre nel 2010, conquistò la prestigiosa Ryder Cup, ecco, questo campione l'unica volta che ieri ha detto no, è stata quando gli hanno chiesto di tirare un drive dal campo pratica senza il tee di sostegno. La sadica richiesta arrivava da un bimbo probabilmente caricato a pallettoni da papà. «Rischio di far brutta figura» ha risposto con un sorriso al ragazzino e a tutti i presenti, fondamentalmente giovanissimi, dagli otto ai quindici anni, visto che l'incontro con il campione aveva attirato i ragazzini ma anche i loro genitori trasformatisi per l'occasione anch'essi in bambini molto appassionati e un filo attempati. Fatto sta, figli pronti a mandare a mente il verbo del golf e genitori quasi invidiosi di non poter fare certe domande a bruciapelo come invece concesso ai ragazzi.
La lezione di Edoardo Molinari è andata in scena così, ieri al golf Club Le Rovedine di Noverasco d'Opera, a un respiro da Milano, durante un evento promozionale organizzato da Kia Italia. I giovani appassionati l'hanno seguito lungo il campo per poi, al momento prestabilito, circondarlo e mitragliarlo di domande. Edoardo, quanto ti alleni? «Un'ora e mezzo di palestra ogni giorno e poi dalle 11 alle 18 in campo», ha detto; Edoardo, e come ti alleni? «Per esempio non tiro tante palle... preferisco praticare, e lo facevo anche da bambino, tirandone di meno, per cui le posiziono, ci giro intorno, controllo la mira, faccio un paio di prove senza colpirle e solo poi tiro. Così quando vado in campo per una gara il mio approccio al tiro non cambia», ha detto.

Edoardo - è intervenuta una voce che dal timbro era di un bimbo di almeno cinquant'anni, ma perché stai litigando con il putt? Silenzio, pausa, sorriso e molta santa pazienza: «Perché quest'anno va così... e dire che era uno dei miei punti di forza...».

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