Effetto boomerang delle Olimpiadi sulle settimane bianche

La previsione della Fiavet: "Sciatori in fuga dal caos e da prezzi troppo alti"

Effetto boomerang delle Olimpiadi sulle settimane bianche
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C'è un paradosso sulel nostre Alpi mentre il countdown per Milano-Cortina 2026 scorre veloce: le montagne quelle più desiderate rischiano di subire (in negativo) l'effetto Olimpiadi. Prezzi (già) alle stelle, paura di un "assalto" olimpico hanno stravolto le settimane bianche che subiscono quello che gli operatori del settore definiscono senza giri di parole: un boomerang. Peraltro, inatteso. A Milano i prezzi dei pacchetti neve sono triplicati, e in molte località alpine volano comunque a un 30% in più. Una dinamica che sta spingendo i turisti più fedeli, gli affezionati della settimana bianca che cade proprio durante i Giochi, quelli che sono abituati a chiudere casa come chiudono le scuole per farsi le ultime sciate, quelli che scelgono il silenzio e le piste all'alba, a scappare dal caos annunciato. "Registriamo un picco negativo delle prenotazioni durante l'evento. Le tariffe sono molto alte perchè si auspicava una forte presenza di turisti, cosa che non si sta verificando. La situazione ha un impatto non solo sulle destinazioni coinvolte nella manifestazione ma su tutto il turismo montano che è il nostro core business", spiega Luca Moschin, associato Fiavet ed esperto di turismo montano. "Gli alberghi - sostiene - cominciano ad avere qualche timore in considerazione del fatto che stanno perdendo il turista della montagna, quello che non viene come spettatore. Così si orienta su altre destinazioni, alcuni ad esempio saltano la settimana bianca per i mari caldi all'estero che costano meno". Sciatori in fuga da Cortina, Livigno, Bormio ovvero dalle sedi dei Giochi. Il problema, dicono gli operatori, non è solo economico. Il turista della neve classico non sopporta confusione, file, eventi invasivi. Così, mentre Cortina si prepara al grande evento, cresce l'esodo verso località defilate: Asiago, Val di Fassa, ma anche Val d'Aosta. Zone che offrono un rapporto qualità-prezzo ancora sostenibile e lontano dagli isterismi tariffari delle mete olimpiche. Il dato pesa come una slavina: picco negativo delle prenotazioni nei giorni delle gare, dal 6 al 22 febbraio. Altro che effetto volano. La presenza massiccia di visitatori che molti immaginavano pare che almeno per il momento non si stia manifestando. E gli albergatori cominciano a temere di perdere non solo il turista sportivo mordi e fuggi, ma soprattutto quello abituale, legato all'esperienza genuina delle valli. La geografia della fuga è chiara: gli sciatori veneti evitano Cortina e si riversano su Asiago o Civetta, i lombardi si spostano verso il Trentino. Ma mentre il mercato italiano vacilla, gli stranieri, paradossalmente, aumentano. "La domanda internazionale è altissima e sta compensando la perdita degli italiani", osserva Moschin. Con un aggravante, su cui concordano Giancarlo Reverenna, presidente Fiavet Veneto e Giordano Nobile, al vertice di Fiavet Lombardia.

Impossibile creare dei pacchetti, perchè "in Italia c'è il gestore esclusivo che non rilascia i biglietti, mentre sono venduti tranquillamente all'estero...". In una settimana bianca trasformata in lusso per pochi, "se uno vuole andare a sciare e non è interessato alla olimpiadi è chiaro che ci andrà in altri periodi o in altre zone", conclude Nobile.

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