Expo darà un calcio alla disoccupazione. Oltre il 72% dei milanesi avranno un lavoro entro il 2010, primo effetto positivo delle opere in corso per lEsposizione. Non solo. Tra due anni sarà superato di ben 5 punti (65,8%) il tasso di occupazione femminile fissato negli obiettivi di Lisbona al 60 per cento, mentre va più al rallentatore quello degli anziani - tra i 55 e 64 anni -: anche nel 2010 sarà fermo al 45,3 e quindi lontano dal traguardo del 50%. LOsservatorio permanente mercato del lavoro di Palazzo Marino ha incrociato i dati messi a disposizione dallindagine Forza Lavoro dellIstat, dal sistema informativo Excelsior e dalle proiezioni demografiche del Comune, per prevedere landamento dei tassi di occupazione totali, femminili e degli over 55 nel periodo 2007-2010. I numeri del «Cruscotto» fanno ben sperare.
Gli obiettivi della strategia europea di Lisbona, lanciata nel 97, sono ambiziosi: il 70% di persone al lavoro entro il 2010, il 60% delle donne e il 50% degli anziani. Il Comune si piazza già bene: nel 2007 aveva il 70,3% di occupati, il 64% delle donne e scontava un ritardo solo sulloccupazione di over 55, ferma al 42,4%. Con oltre 1,7 milioni di occupati (il 68,7% degli abitanti con più di 15 anni e meno di 64), la provincia già si posiziona al secondo posto nella classifica delle aree metropolitane: solo Bologna, col 71% di forza lavoro «in carica», ha raggiunto e superato il target di Lisbona, Firenze è terza (67,8), Roma è ancora al 61,9%. Le performance peggiori si registrano al sud, con Napoli, Catania, Palermo e Bari con tassi inferiori al 44%. Distacco ancora più ampio se si considera loccupazione femminile, con Bologna e Milano oltre il 60% e i principali centri del meridione ancora sotto il 30. Lontano il traguardo del 50% di forza lavoro anziana: Roma ha i risultati migliori (40%), seguita da Firenze e Bologna, mentre larea milanese arriva solo quarta (34,7%). Nettamente a favore della città - il rapporto è di uno a 6 - la differenza tra flussi in entrata e uscita di forza lavoro. Su un milione 173mila addetti in città nel 2007, solo 592mila sono residenti, gli altri 705mila vengono da fuori, «compensati» da un pendolarismo al contrario di solo 124mila milanesi.
Significa, fa presente lassessore al Lavoro Andrea Mascaretti, «che il mercato in città è aperto, lofferta di lavoro sarebbe anche superiore alla domanda dei residenti, poi dobbiamo rispondere alla richiesta di chi arriva da altre città, regioni o Paesi, o chi vive a Milano non si accontenta e va a cercare di meglio fuori». Aver già raggiunto gli obiettivi del 2010 «ci impegna comunque a fare sempre meglio.
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