Effetto Ibrahimovic Moratti ci è rimasto male: sorrisi di facciata ma rabbia per il «tradimento»

L’effetto Ibra ha già colpito. Non solo a San Siro. Nel giorno in cui Mascherano passa le visite al Barcellona e Ibra sventola la bandiera rossonera, l’Inter ci resta male. La famosa battuta di Moratti: «Ibra scelga il meglio per lui, resti al Barcellona...» è diventata un boomerang. Ibrahimovic ha scelto il Milan e Moratti non ha gradito, colpito allo stomaco come gli capitò quando vide Ronaldo con la maglia milanista. Ibrahimovic mette paura fuori dal campo, figuriamoci sull’altra sponda. L’Inter non si era presa cura di metter clausole preventive (divieto di giocare in Italia per qualche anno) e pare non ce ne siano per Balotelli. Fra l’altro i contratti Uefa non prevedono simili postille. Moratti aveva fatto affidamento sul Barcellona. Figurati se lo vende, dopo un investimento tanto pesante. Quando ha capito che il Milan era sulla buona strada è leggermente sbiancato, quando ha saputo della presenza a San Siro c’è rimasto male. Non c’è voluto molto perché trapelasse lo stato d’animo. Del resto condivisibile: all’Inter, Ibra è stato trattato a peso d’oro, ascoltato quando si lamentava degli allenatori, se n’è andato quando ha voluto. Certo, l’effetto Mourinho deve aver pesato e così qualche altro problema interno, ma Moratti ha sempre coccolato i suoi campioni. Si è sentito amante tradito.

All’Inter sta diventando fastidiosa tradizione. I nervi sono meno saldi, le voci di dentro raccontano di una società che ha accusato il colpo. E il presidente ha reagito con passionalità e sincerità. Cioè male. Al di là di sorrisi e chiacchiere di facciata.

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