La storia di Lubna Hussein, la giornalista sudanese che ha rischiato quaranta frustate per aver portato i pantaloni, sta avendo ripercussioni nei Paesi vicini. Il Mufti egiziano, massima autorità nazionale per quanto riguarda l'applicazione della legge coranica ha fatto sapere che è un diritto delle donne indossare in pubblico i pantaloni. Lo ha fatto in seguito al processo che ha visto Lubna Hussein protagonista in Sudan di una battaglia legale con il governo di Khartoum. Il Grand Mufti Ali Gomaa ha risposto a una domanda durante una lezione pubblica. Ha anche aggiunto qualche dettaglio: i pantaloni, ha detto, non devono essere stretti e trasparenti. Inaccettabili, ha spiegato, i pantaloni «elasticizzati».
La decisione del governo sudanese di alcune settimane fa di frustare dieci donne perché avevano indossato in pubblico i pantaloni aveva sollevato critiche internazionali. Lubna Hussein, una delle protagoniste, giornalista e funzionaria delle Nazioni Unite, aveva rifiutato di essere frustrata decidendo di andare a processo e chiedendo a tutti i mass-media locali e internazionali di presentarsi in tribunale il giorno dell'udienza.
Effetto Lubna: il mufti egiziano dà l'ok alle donne coi pantaloni
Una delle maggiori autorità del Cairo torna sul caso sudanese
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