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Effetto Pd: spreco da 2,7 milioni

I gruppi di Margherita e Ds restano distinti per conservare benefit e stipendi maggiorati

Effetto Pd: spreco da 2,7 milioni

Milano - Celebrate le primarie, eletto il segretario, il Partito democratico dovrebbe essere davvero nato. Gli esponenti di Ds e Margherita chiedono di essere considerati una cosa sola. E lo stesso Walter Veltroni, il giorno dopo l’investitura, ha avvertito: «Nessuno venga da me per parlare “in nome di”, da oggi si parla solo in nome di tutti i democratici». Eppure ci sono luoghi in cui Ds e Margherita preferiscono restare rigorosamente divisi, anche fisicamente. Accade nelle assemblee degli enti locali. La ragione è semplice: conservare gruppi distinti consente di restare aggrappati a un fiume di denaro pubblico. Più gruppi ci sono, più finanziamenti regionali arrivano. Inoltre i capigruppo godono di uno stipendio maggiorato. Limitando l’analisi ai Consigli regionali, abbiamo fatto due conti. L’unificazione dei gruppi politici riconducibili al Partito democratico comporterebbe per l’erario un risparmio immediato di 2,7 milioni di euro l’anno.
Nei venti Consigli regionali, i gruppi unici dell’Ulivo sono una rarità. Esistono solo in Veneto, Basilicata, Liguria e Toscana. In Puglia, a dispetto di una pomposa cerimonia con Piero Fassino un anno fa, il gruppo unitario non è mai nato. Ds e Margherita sono restati divisi per non perdere uffici, rimborso delle spese telefoniche, contributo per aggiornamento culturale dei consiglieri e ogni altro appannaggio. Come in tutte le altre Regioni.
Oltre a Ds e Margherita, nei gruppi del Pd dovrebbero confluire anche gli esponenti della folliniana Italia di mezzo (in Liguria, Lazio, Abruzzo e Basilicata) oltre a quelli di varie liste civiche uliviste sparse qua e là. Tutto compreso, i gruppi da chiudere sarebbero 22.
Quanto costa un gruppo di consiglieri? Impossibile dare una risposta univoca. Le variabili sono due. La cifra cambia a seconda delle regioni e della consistenza numerica del gruppo. Quanto al primo punto, i finanziamenti dipendono da specifiche leggi regionali e gravano sui bilanci dei Consigli. Le norme sono centinaia e prevedono i benefici più disparati: dai contributi diretti in denaro alla dotazione di uffici, attrezzature e personale. L’Umbria garantisce «una o più linee telefoniche interne ed esterne». In Abruzzo, nella scorsa legislatura fu assegnato perfino un contributo straordinario per la redazione dello Statuto (che in cinque anni non fu approvato). Ogni Regione stabilisce in assoluta autonomia la cifra da destinare ai gruppi. Le più generose sono Friuli Venezia Giulia, Veneto e Liguria (oltre il 10% del bilancio del Consiglio).
L’altra variabile è la consistenza del gruppo. Ci sono un minimo garantito e una tabella proporzionale al numero degli eletti. Per dire: in Piemonte si può beneficiare di cifre superiori al milione di euro.
Nemmeno la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, l’organo che raccoglie tutte le informazioni sull’attività dei Consigli, è in grado di dire quanto costa esattamente ogni gruppo. Del resto, molte voci di costo sono inserite nei bilanci in modo complessivo (per esempio tutte le spese telefoniche). Ma si può ottenere una stima attendibile basata su una semplice operazione: costo totale dei gruppi diviso numero dei gruppi. In genere quelli di Ds e Margherita sono tra i più numerosi, ma per il nostro calcolo abbiamo considerato una cifra approssimata per difetto: 115mila euro. Si tratta del costo annuo medio di un gruppo in un Consiglio regionale. Moltiplicando per i 22 gruppi ulivisti da chiudere, si ottiene la somma di 2.530.000 euro.
Non basta. Gli eletti del Pd dovrebbero anche rinunciare a 22 capigruppo. Che generalmente incassano un’indennità supplementare. Anche in questo caso le cifre sono variabili: in alcune Regioni l’aumento nemmeno esiste, in altre arriva a 12mila euro netti all’anno. Noi scegliamo una media di 6mila euro. Moltiplicata per 22 capigruppo fa 132mila euro.
La somma dei due costi (contributi in denaro e indennità da capigruppo) dà il totale: poco meno di 2,7 milioni di euro. Dunque fare i gruppi unici del Pd, oltre che logica conseguenza della nascita del nuovo partito, garantirebbe un bel taglio dei costi della politica. Ma i gruppi del Pd non nascono. Ds e Margherita, novelli sposi, preferiscono la separazione dei beni.


A spese nostre.

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