«Efficienza. E marchio da tutelare»

L’utilizzo di materiali compositi rappresenta una componente fondamentale della strategia di Automobili Lamborghini. Lo scopo è quello di ridurre le emissioni di anidride carbonica della propria gamma. È più che giustificata, quindi, la presenza della casa automobilistica come ospite d’onore al Jec Composite Show di Parigi, tra le più importanti rassegne mondiali dedicate proprio ai materiali compositi. Nella capitale francese Automobili Lamborghini ha così presentato le tecnologie per l’alleggerimento delle vettura più recenti, esponendo per la gioia degli appassionati la supersportiva nonché estrema Reventón. Il tema ambiente figura come priorità nei piani strategici dei costruttori, da quelli generalisti a quelli premium e «top». Ne parliamo con Stephan Winkelmann, presidente e amministratore delegato di Automobili Lamborghini, reduce dal lancio in Andalusia della nuova Gallardo Lp 570-4 Superleggera (pesa 70 chili in meno rispetto alla Lp 560-4).
Al Salone di Ginevra, i vostri concorrenti della Ferrari hanno presentato il loro primo modello ibrido, un concept ovviamente.
«Per quanto ci riguarda abbiamo un piano di riduzione della C02 pari al 35% nel 2015. Già ora, con la Supeleggera, siamo a un buon -20%. Per non parlare dell’importante investimento sul fotovoltaico realizzato a Sant’Agata Bolognese per rendere più efficiente la nostra sede produttiva. È dieci volte più grande di quello fatto da Ferrari. E questo nonostante le nostre dimensioni più piccole rispetto a Maranello».
Anche voi pensate di giocare la carta del motore ibrido?
«È una delle opzioni da scegliere nei prossimi anni per arrivare a una riduzione accettabile di CO2, una delle strade possibili. La nostra linea guida riguarda, comunque, il rapporto peso/potenza, in pieno conflitto sulla necessità di aggiungere cose alle vettura. Quindi, bisogna capire che cosa e come fare. Ci deve essere un equilibrio. Lamborghini non sarà mai snaturata».
Lo stesso vale per l’ipotesi bioetanolo?
«Tutte cose che hanno un senso forse in America».
Insisto: e l’elettrico puro?
«In questo momento è molto importante che a livello generale sia presa una decisione sul futuro dell’automobile. Ma decidere quello che sarà dopo il 2015 è molto difficile. Il mondo cambia e i tempi di sviluppo nel nostro settore sono relativamente lunghi. Occorrono date certe».
La Ue, però, è pronta a partire con un piano ad hoc sull’elettrico e sta mettendo a punto un piano che prevede, a esempio, la realizzazione di infrastrutture per la ricarica delle batterie omogenea su tutto il territorio.
«Ripeto: Lamborghini ha le sue linee guida, fondamentali per preservare il marchio. Ciò non toglie che guardiamo con attenzione ai cambiamenti in atto. Fatto salvo che non saremo i precursori di questa evoluzione, è pur vero che via via si dovrà pur decidere qualcosa sul tema che mi pone».
Quali sono i piani di Lamborghini, allora?
«Ogni marchio della grande famiglia Volkswagen, a cui apparteniamo, deve pensare al suo conto economico e alla strategia da condividere a livello di compagnia. Non c’è una strategia uguale per tutti».
Il 2010 come si presenta?
«L’ambito in cui operiamo ha molto risentito, nel 2009, dei problemi legati al cambio euro-dollaro. E il 2010 non sarò migliore del 2009, nonostante qualche segnale di ripresa. Ci aspettiamo una buona crescita in Cina e nell'Asia Pacifico. La Cina, nel 209, è stata caratterizzato da un blocco delle vendite».
Dove avete tagliato i costi?
«Lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo dove è possibile, ottimizzando i processi e facendo riduzioni di orario nell’assemblaggio. Il personale ha già beneficiato della cassa integrazione. Vogliamo salvaguardare la forza lavoro».
Ritocchi ai prezzi?
«A preoccupare sono i dazi dei Paesi asiatici. Capita che il prezzo arrivi a triplicare. Da parte nostra, comunque, non ci sono stati ritocchi nei listini».
E la Terra dei motori in cui operate?
«Il legame è molto forte, l’investimento sul fotovoltaico a Sant’Agata è l’esempio di come lavoriamo nella direzione di un ambiente più sostenibile. Pensiamo di essere coinvolti, con la città di Bologna, in occasione dell’Expo di Shanghai.

L’Università ci ha conferito il premio “Salute e sicurezza sul lavoro”».
Lamborghini è in mano tedesche, qual è la percentuale di dipendenti italiani a Sant’Agata Bolognese?
«Più del 90%».
http://blog.ilgiornale.it/bonora

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