Einaudi e Fresu, un concerto per due

Simone Mercurio

«Carta bianca» per Ludovico Einaudi. Mani libere, quasi un «istant concert» dove nulla è previsto e nulla è prevedibile. È già il secondo appuntamento della seconda edizione di questa divertente formula «a braccio» ideata dalla Fondazione Musica per Roma, che questa sera vedrà all’opera lo stesso coordinatore di questa edizione, il pianista Ludovico Einaudi, in coppia con il trombettista Paolo Fresu, dalle 21 nella Sala Santa Cecilia dell’auditorium Parco della Musica. Un vero e proprio «focus», dunque, che permetterà al pubblico di conoscere un personaggio del mondo della musica come Einaudi in modo approfondito e insolito. Dopo il duetto musical teatrale con l’attore-regista Marco Baliani a febbraio, e in attesa del terzo e ultimo «incontro» con l’Orchestra d’archi di Santa Cecilia prevista a giugno, Einaudi questa sera fa coppia con il maestro sardo della jazz. «Uno degli aspetti che più amo del mio mestiere di musicista - spiega il musicista torinese - è l’opportunità di allargare i propri orizzonti attraverso la collaborazione con artisti di ambiti e culture diverse. Entrare in contatto attraverso la musica con altri mondi, con musicisti, scrittori, registi, attori, fotografi, architetti». «Da queste varie collaborazioni - conclude Einaudi - sono sempre nate delle esperienze artistiche intense e trascinanti non solo per gli artisti coinvolti ma anche per il pubblico». Classe 1955, Einaudi si è diplomato al conservatorio di musica Giuseppe Verdi a Milano con maestri come Azio Corghi e Luciano Berio. Nel 1982 riceve una borsa di studio per recarsi al Festival di Tanglewood negli Stati Uniti. La sua carriera professionale inizia con varie composizioni sia orchestrali che da camera, che vengono in seguito eseguite tra l’altro al Teatro alla Scala, al Maggio musicale fiorentino, e al Lincoln Center di New York. Oltre che per il teatro, Einaudi è celebre per le sue musiche che hanno fatto da colonna sonora a film come Aprile di Nanni Moretti (1998), Fuori dal mondo di Giuseppe Piccioni (2000).


Musicista moderno, contemporaneo ma al contempo uomo dalla poetica dolcissima e un po’ introversa, sottile fin quasi ai limiti dell’impalpabilità: uno che lascia volentieri agli altri - al suo pubblico e ai suoi fan, - la più ampia interpretazione di ciò che racconta. Con Paolo Fresu questa sera in scena un concerto che dalla più gioiosa improvvisazione arriverà all’elettronica, passando tra ancestrali canti di origine sacra.

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