Einaudi, un piano di lusso con un tocco di computer

Da qualche tempo, soprattutto dal vivo, Ludovico Einaudi si fa sedurre dalle lusinghe dell’elettronica. Il suo «suono circolare» però è sempre lo stesso, un minimalismo colto e raffinato giocato sui tasti dell’understatement, che il pianista esalta nel nuovo cd Divenire. Va in cerca di nuovi orizzonti, orizzonti infiniti come li definisce, per elaborare il suono accademico attraverso l’improvvisazione (ha composto alcuni brani in video chat per essere a contatto diretto con il pubblico), la grazia del jazz e il computer. Sequenze elettroniche in sottofondo, sussurrati tappeti sonori che avvolgono discretamente le sue costruzioni, dalla leggerezza (ma punteggiata da un ipnotico basso continuo) di Uno ai crescendo di Divenire e Primavera, registrati con la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra guidata da Robert Ziegler.

In mezzo il suo agape assorto, fatto di quadretti come Monday (il brano da cui è nata l’idea dell’album) a L’origine nascosta in cui la melodia fa da cornice tematica e il virtuosismo non prende mai il sopravvento sulla concentrazione lirica.

Ludovico Einaudi - Divenire - Universal

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