Le due condizioni di Meloni a New York. Rilascio degli ostaggi ed esclusione Hamas

La premier: ok a mozione sulla Palestina. Mossa della maggioranza in Parlamento

Le due condizioni di Meloni a New York. Rilascio degli ostaggi ed esclusione Hamas
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da Roma

"Il riconoscimento della Palestina in assenza di uno 22Stato che non abbia i requisiti della sovranità non risolve il problema e non produce risultati tangibili e concreti per i palestinesi". La posizione di Giorgia Meloni è nota da tempo. Come pure era previsto ormai da almeno una settimana che all'Assemblea generale delle Nazioni Unite la premier italiana non avrebbe preso parte alla Conferenza sulla Palestina promossa ieri da Francia e Arabia Saudita.

Lunedì a New York si è tenuto l'evento di apertura della settimana clou (di alto livello, è la formula tecnica) dell'annuale Assemblea generale Onu. Ma Meloni ha scelto di non presenziare ed è atterrata negli Stati Uniti solo a sera, a sessione conclusa. Per partecipare ai lavori di ieri e prepararsi all'intervento che terrà stasera al Palazzo di Vetro.

Un discorso i cui punti fondamentali la premier anticipa in un breve incontro con la stampa. "Il riconoscimento della Palestina - spiega - può essere un efficace strumento di pressione politica e io questo lo capisco, però dobbiamo capire su chi. Perché io penso che la principale pressione politica vada fatta nei confronti di Hamas, perché è Hamas che ha iniziato questa guerra ed è Hamas che impedisce che la guerra finisca rifiutandosi di consegnare gli ostaggi".

Secondo la premier, in assenza di uno Stato che abbia i necessari requisiti di sovranità, "il riconoscimento della Palestina non risolve il problema" e "non produce risultati tangibili". Per questa ragione, aggiunge, la maggioranza "presenterà in Aula una mozione per subordinare il riconoscimento della Palestina alla liberazione degli ostaggi e all'esclusione di Hamas da qualsiasi forma di governance". Un provvedimento, aggiunge Meloni, per dire che "il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni". Prima: il rilascio degli ostaggi. Seconda: l'esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all'interno della Palestina.

Una mossa che punta a rivendicare un posizionamento a sostegno dei due popoli e due Stati che da decenni fa parte della storia della destra cresciuta all'ombra del Msi. Anche per questo, al metto degli equilibri istituzionali e diplomatici, Meloni cerca di spiazzare le opposizioni che la stanno mettendo sotto pressione su Gaza. Così la premier annuncia che la maggioranza presenterà una mozione in Parlamento per il riconoscimento della Palestina, ma subordinando la sua formulazione alla liberazione degli ostaggi e all'esclusione di Hamas da Gaza. E parlando con i giornalisti a New York a margine dell'Assemblea dell'Onu, la presidente del Consiglio auspica che anche l'opposizione la sostenga. Per la premier, infatti, non è ancora il momento per arrivare a un riconoscimento dello Stato palestinese. Prima "occorre stanare le opposizioni". "Personalmente - spiega Meloni a New York - continuo a considerare che il riconoscimento della Palestina in assenza di uno Stato che abbia i requisiti della sovranità non risolve il problema e non produce risultati tangibili e concreti per i palestinesi".

Le fa eco il sottosegretario alla presidenza del Consigio Giovanbattista Fazzolari. "Non è il momento della propaganda - dice - ma quello della serietà. L'auspicio è che non ci sia alcuna ambiguità su Hamas e che il Parlamento voti compatto la mozione della maggioranza".

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