Elementari e medie, scuola tutto compreso

L’associazione dei presidi: «Questa è una soluzione che può favorire il dialogo, oltre a garantire continuità didattica e curricolare»

Pronto il piano del Comune per una nuova organizzazione delle scuole di base. Delle 89 le «istituzioni autonome» (in pratica quelle a cui fa capo un dirigente scolastico e una segreteria) 27 cambieranno organizzazione. Così gli istituti comprensivi, quelli composti da classi sia di elementari che di media, passeranno da 51 a 67. Il piano è già stato discusso nei giorni scorsi con i dirigenti scolastici milanesi che a loro volta sottoporranno le proposte ai rispettivi consigli di istituto. Il primo obiettivo, dunque, è quello di aumentare il numero delle scuole che accolgono alunni dalla prima elementare alla terza media, ossia i centri comprensivi. «Il fatto di ricomprendere in un unico istituto docenti elementari e medi, con un collegio docenti unitario, un unico Consiglio di istituto, un unico dirigente scolastico - ha commentato al termine dell’incontro Gianni Gandola, dirigente scolastico dell’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) - non può che favorire il dialogo e le occasioni per una maggiore continuità didattica e curricolare. Soprattutto laddove esistono alcune delle condizioni indicate nello stesso piano del Comune: contiguità, ambito territoriale unitario e continuità dei flussi di alunni». Questo vale soprattutto per quelle scuole che sorgono l’una di fronte all’altra e che tuttavia sono finora nettamente distinte. Casi emblematici sono, ad esempio, le elementari di via Mugello e la media di via Cipro, di fatto confinanti e tuttavia gestite da due diversi dirigenti scolastici, con due segreterie amministrative, con due collegi docenti che lavorano ciascuno per conto proprio. Analoga situazione riguarda elementari e medie di via Martinengo. Il piano prevede il superamento di questa organizzazione.
Meno logiche sono apparse già altre scelte. La scuola elementare dal Verme, ad esempio, verrebbe accorpata con la media Casati che sorge a parecchi chilometri di distanza. Non meno criticabile la fusione delle elementari di viale Romagna e la media Cova. «Basterebbe verificare come vanno le cose oggi – spiega Gandola – Da Viale Romagna lo scorso settembre solo 3 alunni si sono iscritti in via Cova. La maggior parte va alla Tiepolo di piazza Ascoli. Questo abbinamento mi pare che contraddica uno dei criteri di fondo che gli estensori del piano di sono posti, vale a dire di facilitare al massimo che le famiglie usufruiscano della scuola più vicina a casa».
Come si è detto tuttavia siamo solo ai primi passi per l’attuazione del nuovo piano e ancora ci sono da sentire i consigli di istituto dove è presumibile che la discussione sarà accesa.

Non è da eludere comunque che emergano nel dibattito anche resistenze da parte di chi (soprattutto insegnanti e dirigenti scolastici) non vuole rinunciare alla situazione esistente e quindi cercherà di contrastare le innovazioni proposte.

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