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Elezioni in Germania: crolla la Spd exploit dei neonazisti

Batosta della sinistra a Berlino e 7% all’Npd nel Meclemburgo

Salvo Mazzolini

da Berlino

Sarà anche la donna più potente del pianeta, come ha stabilito una discutibile graduatoria stillata dalla rivista americana Forbes, però Angela Merkel non riesce più convincere i suoi concittadini. Sembra aver perso quel tocco magico che appena un anno fa le permise di imporsi sui suoi molti avversari, interni ed esterni, e di diventare la prima cancelliera della Germania alla guida di una Grosse Koalition.
Il declino della sua popolarità, già segnalato dai sondaggi, ha avuto un’amara conferma dal voto dei due Laender dove ieri si sono rinnovati i Parlamenti regionali: Berlino (la capitale è anche un Land) e il Meclemburgo-Prepomerania, regione della ex-Germania Orientale. In entrambi il partito della cancelliera, la Cdu (Unione cristianodemocratica) ha subito una dolorosa sconfitta scendendo a minimi storici. E per Angie, come la chiamano i giornali popolari, non è certo una consolazione che anche i socialdemocratici, avversari storici ma adesso alleati della Cdu nella Grosse Koalition, siano andati male: a Berlino, tradizionale roccaforte della sinistra, nonostante la grande popolarità del leader locale, il sindaco Klaus Wowereit, i socialdemocratici sono riusciti mantenere per un soffio la maggioranza relativa, ma nell’altro Land hanno perso oltre un quarto dei consensi.
In complesso un risultato deludente che viene interpretato come un segno delle scarse simpatie degli elettori per l’insieme della grande coalizione guidata dalla Merkel. Ad aumentare le preoccupazioni per lo schieramento governativo contribuisce poi il fatto che in uno dei due Laender, il Meclemburgo, il clima di scontento generale ha favorito il più estremista dei partiti, l’Npd, dichiaratamente neonazista, schizzato dallo 0,8% delle precedenti elezioni a circa il 7%. Un risultato clamoroso e inquietante ma non nuovo nei Laender che un tempo formavano la Germania comunista, dove la protesta per il divario economico con i fratelli dell’Ovest assume sempre più forme che un tempo i regimi dell’Est rimproverano alle società occidentale.
Il Meclemburgo è il terzo land della Germania Est dove i neonazisti hanno superato lo sbarramento del 5%. Ma anche l’estrema sinistra si è avvantaggiata del calo di popolarità dei due partiti della grande coalizione. I voti persi dai socialdemocratici sono andati quasi per intero al Linkspartei, il nuovo partito che riunisce i neocomunisti e gli esuli socialdemocratici guidati da Oskar Lafontaine.
Certo quello di ieri era un test difficile per la Grosse Koalition. Berlino e il Meclemburgo sono nelle posizioni di testa nella graduatoria sulla disoccupazione.

Ma a questo dato negativo se ne aggiungono altri: il malessere per il ritardo delle riforme promesse dalla Merkel, la debolezza di leadership dimostrata negli ultimi tempi e soprattutto l’irritazione per l’imminente aumento di tre punti dell’Iva mentre la cancelliera aveva promesso che sarebbe stato di soli due punti e assieme a una riduzione dei contributi sociali che non c'è stata e non ci sarà.

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