Elezioni a Nassiriya: italiani tra gli osservatori internazionali

Rappresentanti del Provincial Reconstruction Team guidato da Anna Prouse hanno vegliato sulla regolarità nei seggi

Elezioni a Nassiriya: italiani tra gli osservatori internazionali

Tra gli osservatori internazionali alle elezioni amministrative in Iraq c'era anche un gruppo di italiani del Provincial Reconstruction Team guidato dalla milanese Anna Prouse, nella provincia di Dhi Qar, il cui capoluogo è Nassiriya. A chiedere di vegliare sulla regolarità delle elezioni amministrative di sabato alla squadra di civili è stata l'IHEC, la Commissione Elettorale Indipendente, che ha avuto difficoltà a trovare un numero sufficiente di persone per sorvegliare le corrette procedure di voto. «Siamo stati accreditati in quattro - spiega la Prouse -, dopo un training adeguato e abbiamo visitato 16 seggi di Nassirya durante le elezioni. Devo dire che l'atmosfera era buona e, da quel che abbiamo constatato, tutto si è svolto in modo tranquillo e regolare, con lunghe file ordinate. Di tentativi di brogli non ne abbiamo visti. Ora lo spoglio si sta svolgendo in modo meticoloso e tutto sarà molto lungo». La Prouse guida da 2 anni il PRT della quarta città irachena e da 5 lavora in Iraq, un Paese dunque che conosce bene. Nella provincia del Dhi Qar c'erano 1.069 candidati, per 67 partiti, in corsa per 31 posti nel consiglio provinciale e si è votato in 420 seggi. «Molti problemi - racconta - ci sono stati perchè in tanti si sono presentati alle urne senza essere stati registrati prima, come avrebbero dovuto e come era stato loro raccomandato. Purtroppo, la volontà di partecipare c'era, ma la mentalità irachena poco rispettosa delle regole ha fatto andare le cose così. Molti si sono presentati ai seggi sicuri che, comunque, avrebbero potuto votare e invece non è stato così.Altri, forse non si sono registrati a suo tempo perchè allora non era così forte l'interesse, mentre in seguito lo spirito è cambiato». Qualche episodio significativo? «Che fossero in tanti analfabeti era evidente dai registri - spiega la Prouse-, dove erano molte più le impronte del pollice che le firme. La scheda era enorme, un lenzuolo e ogni tanto qualche donna anziana usciva fuori dal seggio sventolandola e chiedendo a tutti aiuto. Della segretezza del voto, qui, non si preoccupa quasi nessuno. Anche l'esperto giuridico del PRT, Luca Costa, mi ha confermato di aver assistito a molti casi in cui nella “cabina“ entrava il genitore analfabeta, accompagnato dal figlio magari dodicenne che sapeva leggere e scrivere e aiutava padre o madre a mettere la sua “x“. Erano scene quasi commoventi». Anche nella provincia di Nassiriya sembra che le liste sciite fedeli al premier Nouri al Maliki siano in testa, come nella capitale Baghdad e in altre provincie del sud, conferma la Prouse. «Si dice che questo sia dovuto - spiega- anche alla popolarità del capo della polizia, voluto in questa città proprio dal premier Al Maliki. Il generale Sabah al Fatlawi ha fatto molto per migliorare il livello di sicurezza e, in effetti, la gente è diventata molto più serena nell'ultimo anno. Questo è molto importante e probabilmente ha avuto riflessi anche sulle scelte elettorali locali».

Personalmente, la Prouse si augura che nel consiglio provinciale siano eletti «politici moderati dei partiti religiosi e anche qualche indipendente espressione della società, magari un manager, un tecnocrate, un business-men, un ingegnere, perchè c'è molto bisogno di gente esperta nei vari campi».

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