Elicotteri indiani con tecnologie europee impiegati dai generali del Myanmar per stroncare la protesta pacifista dei monaci? Per fortuna ancora no, gli elicotteri non sembrano essere ancora in servizio, ma il rischio è concreto, grazie alla disponibilità dellIndia a sostenere i generali birmani con aiuti militari di ogni tipo.
Nellocchio del ciclone cè in particolare lelicottero multiruolo Alh Drhuv, realizzato dalla Hal, la principale industria aeronautica indiana e che il governo di Nuova Delhi ha promesso a più riprese ai birmani, che hanno un disperato bisogno di elicotteri moderni. Solo che lAlh è infarcito di tecnologia occidentale, in particolare europea. E lEuropa ha imposto un severissimo embargo sullexport di armi al Myanmar. Ma non cè embargo o trattato che tenga se davvero si vuole raggiungere lobiettivo desiderato.
LAlh può svolgere molteplici ruoli, dalla controguerriglia al trasporto dassalto o logistico. Con un peso massimo di 5,5 tonnellate lelicottero bimotore ha un carico utile di 2,5 tonnellate: soldati, materiali, ma anche armi. Lelicottero può essere equipaggiato con due cannoni da 20 mm sotto la pancia, mentre ai quattro piloni subalari si possono agganciare 8 missili anticarro o 4 contenitori per razzi o ancora un sistema per la semina rapida delle mine. Lelicottero è veloce e maneggevole e con buona autonomia. Come tutti i programmi aeronautici indiani, anche quello relativo a questo elicottero ha avuto una storia travagliata, ma ora la macchina è prodotta per le forze armate indiane (ne esiste anche una versione navale) ed è proposto ovunque per lexport, dal Cile alla Turchia.... al Myanmar. Solo che in questultimo caso si tratterebbe di un passaggio diretto governo-governo, non di vendita commerciale. LAlh è stato progettato con laiuto del braccio tedesco di Eurocopter, ha motori francesi (Safran/Turbomeca), sistema di autoprotezione svedese, sistemi idraulici inglesi. Come per molte macchine indiane, è un puzzle di componenti locali e internazionali. Cè anche qualche componente minore italiana.
Aggirare lembargo è facilissimo: basta che i contratti di fornitura con le industrie europee prevedano esplicitamente la piena sovranità indiana sulla riesportazione delle tecnologie acquistate, spesso prodotte su licenza, e il gioco è fatto. Anzi, quando un qualunque Paese emergente come lIndia sceglie un partner/fornitore per i programmi indigeni tiene conto anche della possibilità di ottenere pieni diritti sulla tecnologia in questione. Le cose sono ancora più semplici se invece di prodotti nuovi si tratta di mezzi usati. Allora davvero non cè embargo che tenga.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.