Il caso Follini (come il locale «caso» Broglia) fanno discutere. È significativo che non siano riusciti a rimanere nellambito dellUnione di Centro, dove lazione politica mostra, almeno finora, un collante forte: quello cristiano-papalino, aperto (Buttiglione) o dissimulato (Cesa, Casini, ecc.). È la riaffermata difesa della propria diversità. Il che naturalmente comporta - su determinate questioni e in particolari circostanze - un certo rigore e un certo spirito di sacrificio: in sostanza, una specifica coerenza. I due sodali invece sono piuttosto allievi di Rosy Bindi, anche se probabilmente finiranno con Mastella, il cui spirito «ballerino» non ha sicuramente eguali nel panorama della seconda (?) Repubblica.
Il trasformismo era già una piaga consolidata sotto il ministero De Pretis (a partire dagli anni successivi al 1876) figuriamoci nella prima e nella seconda (?) Repubblica. Quasi sicuramente la fuga in avanti di Follini al tempo del centrodestra, che egli ha contribuito a indebolire, non poteva che finire così. Mi pare che proprio Sergio Romano abbia messo in evidenza che nel periodo tumultuoso della «caccia alle streghe» per motivi tangentizi, lopinione pubblica (su influenza di giudici e mezzi dinformazione) si sia orientata a «linciare» piuttosto dei colpevoli (veri o presunti) di corruzione che non «politici» al soldo di potenze straniere ostili allItalia. Va ricordato che coloro che erano stati foraggiati dagli «amici» e dai «nemici» dellItalia avevano proceduto comunque ad autoassolversi a mezzo di atto parlamentare nel 1989. È evidente che il tratto della debolezza etica torna a riaffiorare e, talora, si impone prepotentemente in quanto i parlamentari assecondano con bella naturalezza, la loro utilità (che è poi quella di fare il sottosegretario e poi il ministro e poi chissà cercando di non mettere limiti alla Provvidenza). Quando il futuro governo di centrodestra riuscirà a essere nella pienezza delle sue attribuzioni e vorrà ritornare sulla questione delle modifiche alla Costituzione mi auguro intenda ritornare sullevento che attualmente lo disturba in quanto opposizione. Mi pare che per costringere i «voltagabbana» a ripresentarsi davanti ai loro elettori si debba cominciare a rivedere larticolo 67 che recita enfaticamente: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato».
Ebbene, appare invece chiaro che: 1) solo chi è eletto dallinsieme del corpo elettorale (quindi il presidente di una Repubblica Presidenziale o un primo ministro per cui sia prevista procedura analoga) rappresenta la Nazione. 2) Il Parlamento nel suo insieme rappresenta la Nazione (donde la felice diarchia della Costituzione statunitense e di quella francese, fra presidente Congresso, fra presidente e Assemblea nazionale, cui si aggiunge il Senato). 3) Il singolo parlamentare rappresenta solo il suo collegio elettorale e deve avere vincolo di mandato per la sua collocazione politica. È chiaro che in caso di cambiamento di fronte (non di cambiamento allinterno della stessa coalizione) egli debba ripresentarsi di nuovo agli elettori del suo collegio. Se questi ultimi hanno fiducia in lui lo sosterranno comunque, altrimenti è corretto che passi il testimone ad altri.
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