Elisa: "Festeggio il mio anno d’oro. E dirigerò il musical Hair"

La cantante si confessa: "Sceglierò i brani dello show che debutta a febbraio. Ma non salirò sul palco"

Elisa: "Festeggio il mio anno d’oro. E dirigerò il musical  Hair"

Milano - Lei si presenta con un sorriso largo così perché si veda subito che sta bene. Buon compleanno, Elisa, e non solo perché tra poco più di due settimane compirà trent’anni. Il suo primo album è uscito dieci anni fa e lei ha festeggiato nel migliore dei modi: non è mai stata così famosa, il cd Soundtrack 96 - 06 ha superato le 600mila copie vendute e ai suoi concerti c’era la fila fuori. Per ricordarlo, e ricordarselo, ha appena pubblicato Soundtrack Live, ossia cd e dvd che raccontano lo show tutto esaurito del Forum di Assago. Preparatevi: non l’avete mai vista così, spigliata e sicura sul palco. E poi la voce, che voce la sua. Dimagrita («Non bevo più Coca Cola, ho recuperato una taglia e mezzo») e agilissima («Ballo, faccio sport, appena posso corro»), adesso Elisa è nel mezzo del cammin dell’artista, quando metabolizza il successo e ne prepara un altro sguazzando nella paura di non riuscirci.

Momentaccio, vero?
«Nell’ultimo anno e mezzo avrò scritto su quattro diari diversi la stessa frase: e adesso?».

Appunto.
«Sono consapevole di alcune cose brutte che possono accadere, tipo la pressione che si crea quando si raggiungono certi risultati. Ma sono anche più forte, esperta. E ho una strepitosa squadra intorno a me, dalla Sugar di Caterina Caselli a Corrado Rustici fino alla mia band. Adesso sto guardando ciò che accade intorno a me. Penso. E ascolto gli U2 o Madonna perché sanno sopravvivere artisticamente e hanno sempre qualcosa di nuovo da dire. E non è facile».

Insomma, riprende fiato.
«E poi dovrò passare, come al solito, un paio di mesi da sola con le mie macchinette».

Macchinette?
«Sì, tutti gli strumenti tecnologici che servono per registrare i provini delle nuove canzoni».

Come saranno?
«Vorrei sentire un suono epico, evocativo, cinematografico. Un incrocio di generi musicali, una specie di collage di ciò che ho ascoltato finora».

Ma sarà rock?
«Certo, deve far venire voglia di alzare il volume. E vorrei degli ospiti come i Subsonica».

Un altro duetto come quello con Ligabue in Gli ostacoli del cuore?
«Bella quell’avventura, nata un giorno a casa della mamma del Liga che cucinava: una frittata che forse si chiama erbazzone - ma non ricordo bene - e tortelli buonissimi».

Insomma come sarà il nuovo cd?
«Mi immagino un po’ di canzoni con la mia band e poi un brano più arioso, magari con l’orchestra. Qualcosa alla Where the streets have no name degli U2».

Mica poco. Però nel frattempo inganna l’attesa.
«Ho da poco rinunciato a un film con Chiara Caselli, i tempi cinematografici spesso non coincidono con quelli di un cantante».

Artista a tempo pieno.
«Però ho accettato di diventare direttore artistico del musical Hair. Tra pochi giorni a New York ci sono alcuni provini: li seguirà il mio fidanzato Ali, che è produttore e arrangiatore. Lo spettacolo debutterà a febbraio a Milano e farà un tour in Italia e Spagna».

Ma reciterà anche lei?
«No, l’abbiamo pensato ma solo per scherzo: ci siamo immaginati una mia comparsata con i capelli afro stile Michael Jackson da ragazzino. In realtà, io seleziono i brani da portare in scena. Hair ha una trentina di pezzi, ci sono le versioni teatrali e quelle cinematografiche. Decidiamo quali scegliere e poi li riarrangiamo».

Lo fa lei?
«Pochi lo sanno, ma tanti degli arrangiamenti delle mie canzoni li ho studiati io. Se potessi, mi piacerebbe occuparmi di produzione».

Ma come fa tra dischi, tournée e fidanzato in America?
«Lui si è trasferito qui da me».

Scelta decisiva.
«Mi sa che, per la questione dei visti, potremmo anche sposarci presto. Figli? No, per ora no».

Elisa ma lei è una persona nuova.
«Una volta non parlavo, adesso sono quasi una chiacchierona».

E magari torna al Festival di Sanremo.
«No, non è nei programmi. Pippo Baudo lo vedrò solo a Domenica In tra pochi giorni: mi lascerà cantare due o tre brani e la musica, per me, viene prima di tutto».

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