Gli occhi di tigre sono veri, non solo un modo di dire. La maschera nasconde il bello di una campionessa, new entry mondiale del made in Italy del fioretto. Il nome è dolce, Elisa, il cognome, Di Francisca, da santificare. Stavolta sua maestà è lei, regina della valanga rosa del fioretto italiano: oro, argento e bronzo. Regina di Jesi, ma guarda un po’ che novità! Dev’esserci qualcosa in quella terra, qualche profumo che sveglia il cervello e guida mano e gambe. Una scuola che ha prodotto campionesse da gustare e degustare, così come quella di Mestre dominò per anni fra gli uomini. L’altro ieri era Giovanna Trillini, ieri e oggi Valentina Vezzali, oggi e domani si apre il mondo davanti a Elisa Di Francisca, anni 27, poliziotta di cappa e fioretto, una sberla di ragazza che potrebbe passarsela anche in passerella, non solo in pedana.
Elisa si è ritrovata sul podio con Arianna Errigo, l’amica con la quale parla di sesso nelle sere prima delle gare (sarà un segreto del successo?), Valentina Vezzali che ha anestetizzato la delusione di un bronzo (comunque 18ª medaglia mondiale) portandosi sul podio Pietro, il suo bambino che teneva la medaglia al collo (chissà mai che non impari da piccolo...). Poi la coreana Nam, quarta incomoda nel terzetto del dream team nostrano, nel quale cambiano i nomi tranne uno (Valentina), ma non muta la sostanza di bravura e risultati.
La Di Francisca ha vinto il derby italiano e conquistato la copertina di questi mondiali di Parigi, pedane nella cornice maestosa del Grand Palais, proposta italiana diversa dalla campionessa cannibale per tanti anni interpretata da Valentina Vezzali: Elisa ha il sorriso di chi vuol godersi la vita, prima di sentirsi imprigionata nella fame del successo. «Bevo Verdicchio al bar del paese, mi piacerebbe aprire una gelateria e con le mie compagne di camera magari parlo di sesso prima delle gare», ha raccontato un giorno quando la fama ha cominciato a sfiorarla. Il Verdicchio è vino e vitigno della sua zona, vitigno eclettico come queste ragazze del fioretto. Valentina ha raccolto fama in pedana, ma l’ha consolidata in tv tra ballerini e facendo lo spot delle merendine. Elisa l’ha studiata nell’esser campionessa alla scuola di Jesi, quando guardava col naso all’insù. Ha capito che l’importante è vincere, ma soprattutto divertirsi nella vita. Foss’anche con un bicchiere di Verdicchio. A Parigi contava il suo quinto mondiale, l’anno passato ha carezzato l’idea arrivando al bronzo.
Stavolta la battaglia è stata emotivamente più dura, c’era Arianna nascosta nella maschera. Arianna Errigo, la carabiniera 22enne di Monza, che l’anno scorso vinse il bronzo come lei, ma nel curriculum annota già la coppa del mondo 2009. Arianna ha dimostrato sfrontatezza e gioventù da campionessa nella semifinale: Valentina ha condotto la danza, poi si è imbizzarrita. La Errigo nei due minuti finali l’ha sorpassata e infilzata (15-10). Poi ha scontato con una sconfitta in carta carbone contro la Di Francisca: lei avanti 8-5, l’altra in recupero e sorpasso finale(15-11). Chissà se il Verdicchio ....
Dal dream team all’azzurro tenebra il passo breve: basta parlare dei maschi, tutti eliminati prima di arrivare in zona medaglia. Baldini, il campione uscente, ha perso ai 32esimi dal francese Sintes. Successo di Joppich, tedesco che non tradisce.
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