Elisabetta Pozzi accende i Fuochi a Valle Christi

È una grande attrice genovese quella che stasera inaugurerà la sesta edizione del Festival Valle Christi, Elisabetta Pozzi. Un'attrice che nel mondo del teatro praticamente è nata, iniziando da piccola con la danza, per poi innamorarsi della prosa dopo che i genitori la portavano a vedere spettacoli di Goldoni e Brecht. Iscrittasi alla scuola dello Stabile di Genova a cui deve la sua formazione, debuttò a diciassette anni ne «Il fu Mattia Pascal» nella regia di Luigi Squarzina accanto a Giorgio Albertazzi, con il quale lavorò per otto anni e che lei considera senz'altro il suo maestro non solo di teatro ma anche di vita. A seguire sono stati una serie di successi sia teatrali che cinematografici che la proclamano ad ampio raggio una delle migliori attrici contemporanee italiane.
Nello spettacolo che presenterà a Valle Christi, «Fuochi» la vedremo portare le vesti della prima grande protagonista al femminile del teatro occidentale, Clitennestra, che, come si sa, pugnala a morte il marito a tradimento con l'aiuto dell'amante. L'idea di fondo del copione di Fuochi, adattato su misura della Pozzi da Kiara Pipino, è quella di giustapporre due grandi testi della letteratura occidentale, «Agamennone» di Eschilo e «Clitennestra o del crimine» di Margherite Yourcenar. Entrambi i testi hanno come protagonista la regina uxoricida, ma mentre nel testo di Eschilo Clitennestra ha il volto della vendicatrice spietata, in quello di Margherite Yourcenar, ha quello della donna disperatamente innamorata che ha ucciso per un amore che non sentiva corrisposto.
Non sarà difficile per la Pozzi entrare in ambedue i personaggi in cui sono tanti i sentimenti che si alternano, odio, amore, vendetta e sete di potere, perché, come dice lei stessa, basta pensare ad una situazione e anche se la cosa non è così automatica, ma va studiata a fondo, riesci a creare la struttura affinché il tuo pensiero si tramuti in una gestualità, in un'espressione diversa capace di dare verità al personaggio.

Il che non è immedesimazione, ma un trovare dentro sé il proprio modo di essere concretamente e veramente quel personaggio».
Oltre all'adattamento dei testi, Kiara Pipino firma anche la regia di Fuochi, le musiche sono di Daniele D'Angelo mentre Fuoriscena cura le luci.

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