Elodia, uno dei cuori d’oro dell’Abruzzo a tavola

nostro inviato a L’Aquila
Elodia è un ristorante abruzzese che merita il viaggio e un minimo di attenzione geografica perché, pur appartenendo al territorio comunale di L’Aquila, è in località Camarda. La cosa più semplice è prendere come riferimento il casello autostradale di Assergi, subito fuori (se si arriva dall’Adriatico) o subito prima il traforo del Gran Sasso. Da lì sono 4 chilometri appena (con il capoluogo dopo altri 14).
La famiglia Moscardi aprì accanto alla provinciale nel ’74 con mamma Elodia, la cui saggezza ai fornelli è ora soprattutto nelle figlie Vilma e Nadia, con il loro fratello Antonello in sala e cantina.
La struttura è molto moderna, rilassante e cementosa, e sapere che risale a quindici anni fa (e non quindici mesi) un po’ stupisce per l’estrema attualità. Questione di qualche settimana e nella vicina Valle Perchiana aprirà un piccolo relais, l’Elodianelparco, 0862.606830, dove staccare la spina dopo aver cenato.
Il ristorante è più basso rispetto alla strada, con un ingresso per eventuali attese e una stretta sala da pranzo a seguire che gira attorno a un camino chiuso in pareti di vetro. In pratica zero pesce. Si può scegliere tra due menu degustazione, uno di tradizione aquilana con rimembranze teramane nel segno di Elodia, dove le Scrippelle ’Mbusse, sorta di crepes originarie di Teramo, precedono i Maccheroni alla chitarra al sugo di agnello, e un secondo percorso, pensato da Vilma e Nadia, dedicato ai Nuovi sapori dell’Abruzzo Aquilano come i Raviolini di cardoncelli e l’Agnello allo zafferano in crosta.
Poi la carta nella quale il territorio splende per qualità delle materie prime, valide e leggere esecuzioni che non tolgo sapidità all’insieme e anche una certa originalità nelle presentazioni, ad esempio un gustosissimo Carpaccio di pecorino, pere e miele di acacia con tutto giocato su lamelle di frutta e formaggio. E poi la masticosa bontà del Manzo marinato con insalatina di finocchi all’aceto di lamponi, il gagliardo spessori di primi come i Maccheroni alla chitarra con ragout bianco di agnello, funghi e zafferano, Timballo di crespelle con carciofi, noci e ricotta affumicata al ginepro e gli Gnocchi con cuore di caprino e ragout leggero di guanciale. E tra i secondi la tipicità delle Mazzarelle, involtini di lattuga e coratella di agnello al pomodoro, e il vigore del Cinghiale nostrano alla cottora, raro caso di cinghiale rispettato in cottura. Quanta bontà racchiude l’Abruzzo.
E-mail: paolo.

marchi@ilgiornale.it

Commenti