Cè il dramma tragicomico di un ragioniere e cè una seducente Oca Fatale che, né bionda, né mamma, infrange ogni fotoromanzesco o favolistico cliché. Cè il velleitario ingegner Übermann, che di nietzscheano e superumano ha sì il cognome, «lincontenibile intelligenza» e la volontà di potenza, vistosamente disumanate però dalla protuberanza che tiene malcelata sotto il berretto. E cè donna Isotta, languida negli ardori, lirica nei sospiri, wagneriana negli amori: non fosse che per laver amato fino alla morte (di lui) il virgineo figlio del giardiniere, paggio dai ricci dangelo e il nome evocativo di Tristano. E un Odino e unAzucena, un Curatore danime e un Wotan...
Difficile, più ancora che riconoscere le facce note nella folla dei personaggi che, in corteo stravagante, sfilano in Prima dellinvasione, è decidere da che parte incominciare a presentarli. Per Maria Brunelli, che li ha messi in marcia e ne scandisce il passo e il ritmo con limperiosa maestria di un direttore dorchestra, il problema non si è posto. Il problema, cioè, dellincipit. La prima pagina del sorprendente racconto appena pubblicato da LietoColle, infatti, non era né bianca né cartacea. Irraggiava i colori fluorescenti dello schermo del computer su cui lamica Anna di Torino, nella casella della posta elettronica. «Il libro è nato per corrispondenza», racconta lautrice che, filosofa dai coltivati studi musicali, contrappuntisticamente stimolata dalla e-corrispondente, ha poi sviluppato con filosofia lintera partitura narrativa. «Da anni intrattengo un fitto contatto via e-mail con la mia amica torinese. Ci mandiamo delle assurdità. Aforismi, battute, storielle. Le ho spedito uno alla volta i capitoli di questo che, di sua iniziativa, è diventato un piccolo romanzo. Io prendevo però il gioco molto sul serio: ho lavorato a ciascuno dei quadretti con grande cura». Ciascun medaglione potrebbe starsene, gioiellino solitario, di per sé. Invece i capitoli sono inanellati con la perizia di chi sa intrecciare la lirica alla cronaca, il teatro musicale alla comica, la storia europea al costume nostrano, la psicanalisi alleconomia aziendale, la favola gotica al noir... Unoperina che si potrebbe definire «surreale ma non improbabile», la definisce lautrice: «Volevo tentare un nuovo tipo di scrittura, una nuova forma di letteratura». Non alla seconda, ma alla prima guerra pensava lautrice, ritraendo i suoi personaggi: «Ai tedeschi che negli anni Venti avevano fisso in testa il chiodo di una virilità invadente e goffamente aggressiva, come le protuberanze». Più aggraziate, invece, le donne: alate, piumate e pennute. Come loca. «Loca è un grande personaggio sa! Vola, cammina e nuota: è piena di risorse e di virtù. Degno emblema delleterno femminino».
Di candore malizioso e sense of humour non fa difetto Maria Brunelli che, quando è stato il momento, ha raccolto al balzo liniziativa dellamica Anna: «Senza che lo sapessi ha mandato tutto a Michelangelo Camilliti, editore di poesie (www.lietocolle.
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