Roma - Il "caso Eluana" continua a far discutere. A tornare sull'argomento, sia pure parlando a livello generale, è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che invita la politica ad occuparsi del problema con un intervento legislativo. Il Capo dello Stato valuta non più rinviabile una legge in materia di fine della vita e, in una lettera di risposta al "Movimento per la vita", auspica il "massimo sforzo di convergenza, in parlamento, tra i diversi modi di vedere l’intervento legislativo".
Intervento legislativo Nella lettera al presidente del Movimento per la vita Carlo Casini, Napolitano registra "il formarsi di un sempre più ampio consenso in ordine alla necessità di adottare una specifica normativa sulla materia che - come ha auspicato anche la Corte costituzionale nella ordinanaza che ho citato - sia fondata su adeguati punti di equilibrio tra i fondamentali beni costituzionali coinvolti. E a questa necessità si congiunge ovviamente quella del massimo sforzo di convergenza, in parlamento, tra i diversi modi di vedere l’intervento legislativo fattosi ormai indispensabile e non più procrastinabile".
Il Capo dello Stato non ha poteri Nella missiva Napolitano spiega a Carlo Casini di aver "letto con intensa partecipazione emotiva l’appello che, nella sua qualità di presidente del Movimento per la vita italiano, ha voluto rivolgermi perché faccia valere la mia autorità per salvare la vita di Eluana Englaro". "Lei - prosegue il capo dello Stato - ha mostrato di ben sapere che il dettato e lo spirito della Costituzione non mi attribuiscono poteri di intervento sui provvedimenti che sono espressione della funzione giurisdizionale. Il suo esercizio è riservato in via esclusiva alla magistratura e - come ha rilevato la Corte costituzionale nella ordinanza recentemente emessa in relazione alla triste vicenda umana di Eluana - i giudici non hanno utilizzato i loro provvedimento come meri schermi formali per esercitare, invece, funzioni di produzione normativa o per menomare l’esercizio del potere legislativo da parte del Parlamento".
Complessità etica e giuridica "Ho detto, in una occasione altrettanto triste - prosegue Napolitano nella lettera - che tra le mie responsabilità vi è però quella di ascoltare con la più grande attenzione quanti esprimono sentimenti e pongono problemi che riguardano, come anche ora accade, situazioni e temi di particolare complessità etica e giuridica sui quali diverse sono le opinioni e le sensibilità degli esponenti politici, degli studiosi e dei cittadini tutti".
Il precedente del caso Welby "Rispondendo a una lettera inviata da Piergiorgio Welby, precisai che, nel loro tragico carico di sofferenza, tali situazioni e temi impongono una non frettolosa riflessione e possono determinare un confronto sensibile e approfondito, qualunque possa essere in definitiva la conclusione approvata dai più.
Auspicai allora un confronto reale perché il solo ateggiamento ingiustificabvile sarebbe il silenzio, la sospensione o l’elusione di ogni responsabile chiarimento. Napolitano aggiunge: "Ribadisco oggi questo mio convincimento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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