Chi non starebbe volentieri due ore e mezzo con Emanuela Folliero? Sulla spiaggia, a tu per tu, nove uomini su dieci, non cè alcun dubbio. Davanti alla tv la proporzione forse si ribalta, soprattutto se il popolare volto (con notevoli attributi allegati) di Mediaset conduce show barbosi come Sfilata damore e moda, andato in onda da Comacchio lunedì sera su Rete 4, deprimente apripista della solita, interminabile stagione estiva allinsegna delle marchette griffate.
Il menù, immutabile, è questo: oltre a una seducente presentatrice, una bella cornice vacanziera, qualche autore di scarsa fantasia che sappia infilare una manciata di termini esterofili (designer, fashion, trend, mix, paillettes) in un oceano di banalità, un centinaio e passa di modelle vestite il minimo indispensabile (daltra parte al mare si va in bikini mica in visone), un paio di cantanti di fama mediobassa, un manipolo di parrucchieri (definiti stilisti per capelli!), un briciolo di ecologia, richieste (garbate) di sottoscrizioni, limmancabile sindaco della località prescelta, e, per finire in bruttezza, protagonisti a volontà delle peggiori trasmissioni della stagione.
Il resto viene da sé. La Folliero, che da anni è la fulminea presentatrice dei Bellissimi (o meglio i Vistissimi) di Rete 4, regge bene il video per due minuti, concederle un paio dore abbondanti è una tortura, per lei prima ancora che per il pubblico, già inondato di scalinate al neon, fumogeni da stadio, musiche e luci psichedeliche. Tanto più che è costretta a leggere testi di incommensurabile comicità involontaria: «Perché il cristallo è in grado di affermare ed esprimere questi valori moderni che sono elementi fondamentali tra la donna moderna che ama giocare con la lingerie, lasciandola però intravedere sotto il vestito». Aggiungendoci del suo, prima con un omaggio alla lingua italiana: «Il parco del Delta del Po, di cui Comacchio ne è la capitale», poi con unaffettuosa papera a uno sponsor in passerella: «Un marchio che è sinonimo di eleganza e di signorilità: e sto SPARLANDO di XY».
Inutile dire che il grosso degli ospiti donore è formato da reduci dei Grandi Fratelli e affini, ai quali la sorridente Emanuela si rivolge con incontrollata familiarità, come se lo spettatore fosse tenuto a sapere chi è un tale Marco della Fattoria o di chissà quale sperduta malga televisiva, che chiude la sfilata di dieci stangone, materializzandosi a piedi nudi, canotta, calzoncini e coppola. Dicono che a Comacchio si siano inabissate anche le anguille.
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