Emanuela Orlandi venne tenuta in una casa al mare, a Torvajanica. È un altro particolare rivelato da Sabrina Minardi, ex compagna del boss della banda della Magliana, Enrico «Renatino» De Pedis, agli inquirenti che indagano sul sequestro della cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983. Dopo le dichiarazioni rilasciate il 4 giugno dello scorso anno ai magistrati la donna, sentita il 28 ottobre, ha raccontato ancora che durante la permanenza di Emanuela in una casa a Torvajanica un giorno andò presso un bar dove cera una macchina scura, targata Città del Vaticano, con lautista e un alto prelato che De Pedis mi disse essere Marcinkus. La presenza di Marcinkus serviva a rassicurare la ragazza. Fu così che il monsignore venne accompagnato nella stanza di Emanuela. Fu lunica volta che Marcinkus andò in quella casa.
Il primo incontro tra la Minardi ed Emanuela Orlandi sarebbe avvenuto, alcuni giorni dopo il sequestro, al laghetto dellEur, dove la ragazza sarebbe stata portata per la consegna, a bordo di una Bmw verde, da due-tre fidati di De Pedis. A quellappuntamento erano presenti anche «Renatino» e Sergio, questultimo indicato dalla donna come lautista del boss della Banda della Magliana. La ragazza venne fatta scendere da quellauto per salire su quella di Sergio e da lì si sarebbero spostati - anche la Minardi e De Pedis - nella casa di Torvajanica dove la Orlandi sarebbe stata tenuta per una ventina di giorni per poi essere trasferita nel sotterraneo dellabitazione di Monteverde e consegnata, infine, circa tre mesi dopo, al Gianicolo, a un prete che avrebbe dovuto riportarla alla famiglia.
Rispetto alla versione resa inizialmente, la Minardi ha ritrattato lepisodio della betoniera di Torvajanica - collocato circa sei mesi dopo quello del Gianicolo - nella quale sarebbe stato gettato il corpo della ragazza. Ha sostenuto di ricordare, invece, che si era deciso di far sparire la giovane, imbarcandola a Ciampino su un aereo diretto verso un paese arabo.
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