Emergency chiude i tre ospedali in Afghanistan

Kabul chiede di ripensarci, ma Gino Strada risponde di no

Emergency chiude i tre ospedali in Afghanistan

da Kabul

Emergency ha deciso di chiudere i suoi tre ospedali in Afghanistan, in seguito alla vicenda di Rahmatullah Hanefi, il mediatore nelle trattative per la liberazione dell’inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, tuttora detenuto nelle carceri afghane. Lo riferisce la Ong fondata da Gino Strada.
«Mercoledì 25 aprile funzionari di polizia afgani si sono presentati all’ospedale di Emergency a Kabul intimando allo staff internazionale presente (tre cittadini italiani, un belga e un cittadino elvetico) di “consegnare i passaporti”. La consegna è stata rifiutata - si legge nel comunicato di Emergency -. Abbiamo chiesto e ottenuto la migliore collaborazione da parte dell’ambasciatore italiano a Kabul Ettore Sequi e della responsabile della unità di crisi della Farnesina, Elisabetta Belloni».
«Il personale di Emergency ha lasciato l’Afghanistan sotto la responsabilità dell’ambasciata d’Italia, oggi giovedì 26 aprile - prosegue Emergency -. Quest’ultimo grave episodio conferma come il governo afghano abbia perseguito con ogni mezzo, nell’ultimo mese, l’obiettivo di espellere Emergency dall’Afghanistan: obiettivo ovviamente raggiungibile se i “servizi di sicurezza” di un governo impiegano le loro forze, anche militarizzate, contro chi pratica la non violenza».
Il capo dei servizi segreti afghani ha definito Emergency «un’organizzazione che sostiene i terroristi», prosegue il comunicato, e questa è «una minaccia, una chiara istigazione a rendere la nostra associazione un obiettivo».
«Dal 1999 Emergency - ricordano i responsabili della Ong - ha fornito assistenza medica e chirurgica di alto livello e gratuita a oltre 1.500.000 cittadini afghani nei centri chirurgici di Anabah, Kabul e Lashkargah e nel Centro di maternità e medicina in Panshir, nelle 25 cliniche e posti di primo soccorso e nelle 6 cliniche nelle prigioni afghane».
Il governo afghano ha chiesto a Emergency di rivedere la sua decisione e di restare in Afghanistan.

«Un ritiro di Emergency avrebbe un grave impatto sugli aiuti internazionali - ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Kabul -, e il nostro Paese ha urgente bisogno di aiuto nel campo sanitario».
Ma la risposta di Emergency è stata negativa: niente rientri senza la liberazione di Rahmatullah Hanefi.

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