«Emergenza casa, sì alle requisizioni»

Massimo Malpica

Il «modello Medici» prende piede e anche il prefetto Achille Serra, per affrontare l’emergenza-casa, pensa alla requisizione di immobili sfitti. Sull’esempio di quanto fatto nei giorni scorsi dal presidente del X Municipio, decisione poi quasi «ratificata» dalla scelta del Tar di non sospendere il suo provvedimento.
La clamorosa ipotesi è arrivata dopo che ieri mattina la polizia aveva sgomberato il palazzo di proprietà dell’Enasarco in via Arrigo Cavaglieri, alla Romanina, che era stato occupato martedì scorso da circa 150-200 rifugiati politici sudanesi, eritrei, etiopi e somali. L’operazione si è svolta in relativa tranquillità, ma gli ex occupanti, supportati da alcuni militanti di Action, dopo aver improvvisato per pochi minuti un blocco stradale nella zona, si sono diretti in centro in metropolitana, organizzando un corteo che ha percorso via Cavour nella tarda mattinata di ieri, per poi arrivare a Palazzo Valentini, sede della prefettura.
Scopo della manifestazione, hanno spiegato gli attivisti in testa al corteo, «chiedere conto» a Serra dei motivi dello sgombero dei rifugiati che «chiedono asilo politico e permessi di soggiorno per ragioni umanitarie». La richiesta di un confronto con lo stesso prefetto e con rappresentanti del Campidoglio è stata immediatamente accolta. Una delegazione del movimento di lotta per la casa è stata ricevuta da Serra per cercare una soluzione al problema, insieme all’assessore capitolino alle Politiche sociali, Raffaela Milano e alla vicepresidente della Provincia, Rosa Rinaldi. E il prefetto, pur ribadendo di non poter «tollerare le illegalità che scaturiscono dalle occupazioni abusive», ha aggiunto di non poter nemmeno «chiudere gli occhi davanti a situazioni disperate come quella delle 200 persone che manifestano davanti alla Prefettura». Così ecco che, per sistemare temporaneamente i rifugiati, salta fuori una palestra di proprietà della Provincia, nel centro di Roma. Poi, tra le ipotesi messe in campo per superare l’emergenza abitativa, ecco la sorprendente proposta delle requisizioni, «suggerita» dal parlamentare verde Paolo Cento e dal senatore di Rifondazione Francesco Martone. Anche se la «ricetta Serra» prevede una serie di cautele. «Tanto per cominciare - ha spiegato il rappresentante del governo - ci dev’essere una gravissima emergenza. Inoltre bisogna individuare stabili che siano disabitati da molti anni. Come terzo punto è necessario pensare a un risarcimento dei proprietari. Infine dobbiamo ricordarci che la requisizione non è una soluzione definitiva». Serra, che non è nuovo a proposte clamorose (propose anche la creazione di un quartiere a luci rosse per eliminare la prostituzione «da marciapiede»), ha spiegato di aver rielaborato l’idea dalle sue esperienze come questore di Milano. Quando a gennaio del ’94 nel capoluogo lombardo fu sgomberato il Leoncavallo, ha spiegato il prefetto, «l’allora prefetto di Milano, su mia indicazione, requisì una palazzina disabitata e ci mise il centro sociale. Venne stabilito il canone da versare a una ditta tedesca; ovviamente il tutto fu limitato nel tempo». Insomma, per Serra è possibile tentare la strada delle requisizioni, valutando «insieme se ci sono i requisiti, se i proprietari degli stabili sono disponibili» e «mettendo sul tavolo» i vari problemi per affrontarli «unitamente agli enti locali».

Non solo un «libro dei sogni», ma un progetto concreto, visto che già per la prossima settimana Serra ha convocato un tavolo tecnico con rappresentanti di Provincia, Comune e Prefettura per avviare un censimento degli immobili inutilizzati a Roma.

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