Emergenza rifiuti, arrivano le mini discariche

Un sottosegretario ad hoc, termovalorizzatori e nei Comuni interessati piccoli siti per smaltire l’arretrato

da Roma

Per Silvio Berlusconi è la sfida della vita. Per questo il leader del centrodestra nella composizione della squadra di governo non guarderà agli effetti speciali o ai nomi da copertina ma punterà su un esecutivo snello, composto di persone affidabili e immediatamente operative. Ieri il primo passo è stato compiuto. È stata, infatti, formata una commissione, di cui faranno parte Gianni Letta, Altero Matteoli, Roberto Calderoli e un esponente dell’Mpa, che avrà il compito di preparare una griglia di una ottantina di nomi, tra ministri, viceministri e sottosegretari da cui verranno scelti i 60 che entreranno davvero in squadra. Un modo questo per accorciare le liturgie e fare in modo che i partiti esprimano con chiarezza i loro candidati. In ogni caso l’intenzione è quella di chiudere un accordo che preveda soltanto dodici ministri con portafoglio e pochi altri senza portafoglio (questi ultimi non dovrebbero essere più di quattro o cinque).
Berlusconi è impaziente di iniziare. Non per niente in questi giorni si è concesso qualche accelerazione sui nomi, lanciando la candidatura di Gianfranco Fini alla presidenza della Camera e di Franco Frattini agli Esteri. In realtà l’ex commissario europeo mantiene qualche perplessità sulla Farnesina e sarebbe tentato anche dall’Interno. Una casella quest’ultima su cui si appunta anche l’interesse della Lega e che potrebbe finire sotto il controllo di Roberto Maroni pure in corsa per altri ministeri pesanti come le Attività produttive. C’è poi l’aspetto della presenza femminile. Nella squadra ci saranno Stefania Prestigiacomo destinata alla Salute (che potrebbe essere scorporata dal Welfare) o alle Pari opportunità, Mara Carfagna alla Famiglia, Adriana Poli Bortone agli Affari regionali o alle Politiche agricole (ministero che interessa anche alla Lega) e forse Giulia Bongiorno. Quest’ultima sarebbe destinata alla Giustizia - Fini in una nota scrive che «per la sua indiscussa professionalità sarebbe un ottimo Guardasigilli» - ma l’avvocato siciliano appare poco entusiasta all’idea di lasciare la professione forense. Qualora il suo diniego prendesse forma allora tornerebbe in scena Roberto Castelli oppure Alfredo Mantovano. In corsa tra le donne ci sono anche Maria Stella Gelmini e Michela Vittoria Brambilla destinata all’Ambiente come viceministro. Altro nome in lizza è quello di Barbara Contini, possibile viceministro all’Emergenza campana.
Sul fronte «maschile» l’unico veramente sicuro è Giulio Tremonti all’Economia, così come altamente probabile viene dato l’approdo di Altero Matteoli alle Infrastrutture (che potrebbero essere accorpate con l’Ambiente) e quello di Ignazio La Russa alla Difesa. Per l’Interno i nomi più accreditati sono quelli di Claudio Scajola e Roberto Maroni.

E se Paolo Bonaiuti veleggia verso i Beni culturali (al suo posto, come portavoce della presidenza del Consiglio potrebbe andare Daniele Capezzone o Deborah Bergamini), per Sandro Bondi si profila un incarico all’Istruzione e per Elio Vito i Rapporti con il Parlamento. C’è infine il «rebus Formigoni» da risolvere visto che non è ancora chiaro se il governatore della Lombardia resterà al Pirellone o si sposterà a Roma per un importante incarico ministeriale.

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