Claudio Pompei
Lunica grande discarica di Roma è vicina allesaurimento, ma sui provvedimenti da prendere è scontro aperto allinterno della maggioranza di centrosinistra alla Regione. Ieri la responsabile nazionale Ambiente di Rifondazione comunista Patrizia Sentinelli ha accusato il capogruppo della Margherita Mario Di Carlo di fare il provocatore sulla necessità di costruire un gassificatore o un termovalorizzatore e di tirare la volata alla lobby dellincenerimento dei rifiuti. La replica dellex assessore capitolino non si è fatta attendere. Di Carlo ha accusato la Sentinelli di avere scarsa dimestichezza con il confronto.
In questo quadro di lacerazione, Marrazzo continua a tacere, non sapendo che pesci prendere. Analogo latteggiamento dellassessore verde allAmbiente Angelo Bonelli, tanto che ieri il capogruppo della lista Storace Fabio Desideri lo ha stuzzicato apertamente: «Cosa sta accadendo a Malagrotta? Sulla vicenda della presunta costruzione del gassificatore nella più grande discarica dEuropa, ora in via di esaurimento - ha detto Desideri - registriamo uno strano silenzio da parte dellassessore Bonelli, di solito molto loquace e prolifico di comunicati stampa. Conoscendo la puntualità di posizioni circa gli eventi che si verificano dellassessore Bonelli, più volte concretamente testimoniata in passato, ci attendiamo di avere in fretta chiarimenti in merito a quanto sta accadendo veramente a Malagrotta. Intanto non possiamo non registrare che nella coalizione di centrosinistra che governa Regione e Comune cè odore di crisi».
Stefano De Lillo, di Forza Italia, ha rincarato la dose: «Da una parte chi sostiene la raccolta differenziata opponendosi alla termovalorizzazione, dallaltra chi insiste sulla termovalorizzazione minimizzando sulla raccolta differenziata: la rissa sulla gestione dei rifiuti e lallarme che ne consegue sono una autentica metafora delle spaccature nella maggioranza regionale, incapace di una linea comune su qualcosa così come è incapace di comprendere che non ci può essere raccolta differenziata senza termovalorizzazione dei residui non riciclabili né termovalorizzazione senza la selezione prodotta con la raccolta differenziata».
«Non vorremmo credere in una scarsa dimestichezza dei contendenti con temi su cui hanno imbastito programmi e campagne elettorali - ha argomentato il vicecapogruppo azzurro - anche se lunica cosa concreta, il primo Piano di Gestione dei Rifiuti della storia della Regione Lazio, lo abbiamo fatto noi; a meno che non si voglia definire una cosa concreta quella cosiddetta raccolta differenziata che sta riempiendo di rifiuti strade, piazze e androni condominiali di alcune aree della Capitale dopo leliminazione dei cassonetti.
E il capogruppo Udc al Comune Gianfranco Bafundi ha chiosato: «Siamo allimpasse. Sullemergenza rifiuti Comune e Regione non hanno né le idee chiare né un programma comune».
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