Roma

È emergenza sicurezza nei dintorni della questura

Escalation di rapine nell’area di San Vitale, quartier generale della polizia. La Consap: «È colpa del piano di prevenzione del crimine»

Un negozio d’abbigliamento «ripulito» intorno a mezzogiorno, le farmacie rapinate nel pomeriggio, profumerie e bar finiti nel mirino di balordi e malviventi in altre ore della giornata. Incursioni rapide, ben studiate a seconda delle ventiquattro ore quando volanti e agenti sono ben chiusi nei commissariati e nella questura centrale e, per strada, non ce n’è traccia. Non è la cronaca dell’ennesima periferia sotto assedio, lontana chilometri dal cuore della città eterna.
L’emergenza sicurezza questa volta tocca il centralissimo quadrilatero compreso tra via XX Settembre, via Nazionale, via Milano e via delle Quattro Fontane, a due passi dal quartier generale degli sbirri romani a via di San Vitale, sotto le finestre del Quirinale, di fronte agli uffici di ministri e alti ufficiali. Se a Milano il sindaco Letizia Moratti ha invocato l’Sos del governo e invitato i cittadini a scendere in strada per reclamare più tutele e forze dell’ordine, a Roma nessuno sembra accorgersi dei buchi nelle maglie della security. Tanto che per oggi all’Hotel Nazionale di piazza Montecitorio la Consap, Confederazione nazionale autonoma di polizia, ha organizzato il convegno «Emergenza sicurezza a Roma: criminalità in crescita, polizia in braghe». Titolo al limite dell’irriverenza, che pure la dice lunga su malumori incalzanti e carenze lamentate dagli operatori.
«Come poliziotti - dicono dalla Consap - ci troviamo in difficoltà di fronte ai cittadini che increduli ci chiedono come sia possibile che cosi tanti eventi criminosi si possano verificare a ridosso di una delle questure più ricche di poliziotti. Nei commissariati come al 113, avevamo già avuto sentore del precipitare della situazione e le ripetute rapine delle ultime settimane probabilmente potevano essere evitate con una più attenta analisi delle aree a rischio. Evidentemente la coperta troppo corta, di uomini e mezzi, come al solito finisce per mostrare tutta la sua debolezza». Sott’accusa un piano di prevenzione del crimine che, a detta degli agenti, fa acqua da più parti. Di gennaio la decisione di riorganizzare la distribuzione sul territorio delle «pantere» del reparto volanti. «Le pattuglie - ricordano i sindacalisti - sono state dirottate dalle zone abituali in altri territori cosiddetti “di fascia”, lasciando di fatto completamente sguarniti alcuni settori. Paradossalmente, e ancora peggio durante le ore notturne, a farne le spese maggiori è proprio il centro».
Fatto su cui i senatori di An, Domenico Gramazio e Maurizio Sacconi di Forza Italia, si erano precipitati a chiedere spiegazioni al ministro degli Interni Giuliano Amato attraverso due distinte interrogazioni parlamentari. In particolare, si chiedeva come mai negli ultimi anni il numero delle volanti nella capitale da trenta (e montate ciascuna da una squadra di tre agenti) fossero passate ad appena una decina (con sole due unità a bordo).
Ma se alla Moratti il numero uno del Viminale l’altro giorno s’è affrettato a inviare rinforzi in termini di uomini con la promessa di aprire nuovi presidi di polizia, per Roma niente di nuovo.

Tutto tace.

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