Politica

Emergono nuovi retroscena sulle candidature alle ultime elezioni regionali. Marini e D’Antoni sarebbero intervenuti per caldeggiare il nome di Crea Rosy Bindi: Loiero non usi l’omicidio Fortugno Il ministro per la Famiglia attacca il presidente della Ca

Forza Italia chiede una commissione d’inchiesta sul delitto: basta processi mediatici

Felice Manti

da Milano

Gli strascichi del caso Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri, continuano a dilaniare il centrosinistra. E il governatore calabrese Agazio Loiero è sempre più isolato.
Al centro del dibattito politico i rapporti tra i presunti mandanti dell’omicidio, arrestati nei giorni scorsi, e Domenico Crea, il consigliere regionale della Margherita subentrato dopo l’omicidio al collega assassinato.
Alessandro Marcianò, individuato dalla Dda di Reggio Calabria come presunto mandante dell’omicidio Fortugno insieme al figlio Giuseppe, è il caposala dell’ospedale di Locri dove lavorava anche Fortugno e la moglie Mariagrazia Laganà, ora parlamentare dell’Ulivo. Ma soprattutto, secondo gli sviluppi giudiziari, avrebbe uno stretto legame politico con lo stesso Crea. L’omicidio di Fortugno potrebbe essere maturato per favorire l’elezione di Crea, ex consigliere dell’Udc passato alla Margherita. L’ipotesi investigativa sembra peraltro suffragata anche da alcune intercettazioni telefoniche tra lo stesso Crea e Alessandro Marcianò pubblicate nei giorni scorsi.
I rapporti già tesi tra la Margherita e Loiero, espulso dal partito di Rutelli durante la campagna elettorale di aprile per aver fondato con alcuni transfughi della Cdl il Partito democratico meridionale, si sono definitivamente spezzati dopo che il governatore, in un’intervista al Corriere della Sera, ha chiesto a Crea «un passo indietro», criticando duramente anche la gestione delle candidature in campagna elettorale del suo ex partito. Il ministro della Famiglia Rosy Bindi, che nei giorni scorsi aveva definito Loiero «un trasformista che ha cambiato sette casacche», ha nuovamente attaccato il governatore calabrese: «Trovo francamente poco edificante che i peccati di qualcun altro - scrive oggi Rosy Bindi sul quotidiano della Margherita Europa - siano utilizzati come il lavacro di un comportamento politico disinvolto. La moralità è una sola. E non c’è un trasformismo buono e uno cattivo». La Bindi chiede che la magistratura vada fino in fondo» e che «la Margherita calabrese prenda tutte le iniziative necessarie per una serena e ferma ricerca della verità».
In questa storia tra cronaca nera e politica portare a galla la verità non sarà semplice. Anche perché, parallelamente all’inchiesta giudiziaria, emergono nuovi retroscena legati alla candidatura di Crea. Secondo quanto ha riportato il quotidiano calabrese CalabriaOra, per cercare di convincere Loiero ad accettare la candidatura di Domenico Crea, vennero in Calabria l’allora capo della segreteria organizzativa della Margherita Franco Marini e Sergio D’Antoni, fondatore di Democrazia Europea. I due avrebbero chiesto un primo incontro con Loiero per un chiarimento, senza esito. Il giorno successivo, secondo la ricostruzione, Marini e D’Antoni avrebbero invitato nuovamente Loiero all’aeroporto di Lamezia Terme da dove sarebbero ripartiti per Roma. All’appuntamento con Loiero sarebbe stato presente anche Crea. «Quell’incontro - scrive CalabriaOra - non è stato dolce». Crea avrebbe chiesto a Loiero un assessorato in caso di vittoria, ricevendo un netto rifiuto. La ricostruzione del giornale, che ha annunciato altri sviluppi, è stata smentita da D’Antoni: «Quella ricostruzione è a dir poco fantasiosa. Non c’è stato alcun incontro».
Anche i cosiddetti «ragazzi di Locri», scesi in campo dopo l’omicidio dell’esponente della Margherita con lo striscione «E ora ammazzateci tutti» hanno voltato le spalle al presidente della Calabria. Uno dei dirigenti del movimento ha invitato Loiero a dimettersi: «Dietro l’invito di Crea c’è un ragionamento ben preciso che poggia sulle stesse basi etiche invocate dal governatore».

Antonio Gentile, senatore di Forza Italia, chiede l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’omicidio Fortugno.

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