Emigranti tunisini per i ricchi sauditi

Si chiama Saudi Tourism News, è il nuovo mensile dedicato alla promozione turistica del regno, sulla scia della recente apertura del governo di Riyadh ai turisti stranieri. L’unica forma di ingresso prima era legata agli affari o ai pellegrinaggi, ma la straricca Arabia Saudita era praticamente chiusa anche in uscita, dati i favolosi stipendi con i quali vengono retribuiti i lavoratori privilegiati, per esempio i calciatori. Pensiamo, al centrocampista Yasser al-Qahtani che ha lasciato l’Al Qadasiyah per firmare un contratto di 7 milioni di dollari (circa 5,5 milioni di euro), con l’Al Hilal. Cifre che neanche Abramovich paga in Europa. «Ma in Arabia Saudita alcuni campioni sono più bravi di quelli che giocano in Europa - dice Faisal Abdulhadi, segretario generale della Federazione Saudita - anche se non ricevono offerte abbastanza importanti».
Oggi i ricchi sauditi incontrano la Tunisia, squadra di emigranti (neppure uno che giochi nel campionato nazionale). E ci sarebbe anche dell’altro.

Oltre ad avere probabilità ridotte all’osso per quanto riguarda il passaggio del turno, visto la presenza di Spagna e Ucraina nello stesso gruppo, Arabia Saudita e Tunisia devono anche fare i conti con l’assenza dei due bomber consacrati, l’arabo Al Jaber e il brasiliano naturalizzato Silva Santos.

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