Emilio Fede prosciolto: non ha offeso Giuliana Sgrena

Il direttore del Tg4, Emilio Fede (nella foto) non ha mai offeso Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto, rapita e poi liberata in Irak nel 2005. L’inviata del quotidiano comunista, al ritorno in Italia, inoltrò una causa contro Fede per «diffamazione a mezzo televisione» ritenendosi danneggiata a causa di filmati e dichiarazioni rese nei servizi del tiggì relativi al sequestro e alla liberazione della giornalista.
Dopo la fine della prigionia della Sgrena, i servizi mandati in onda facevano riferimento all’avventatezza della giornalista che si sarebbe infilata da sola nei guai e che Calipari poteva essere salvato. Ma non solo. Sempre a liberazione avvenuta, furono trasmessi video in cui l’inviata del Manifesto leggeva dichiarazioni rese in cattività ma veniva anche puntualizzato che la Sgrena prima, durante e dopo il rapimento si era mostrata benevolente verso i rapitori arrivando anche a ringraziarli per il trattamento ricevuto e per il rispetto dimostrato. Parallelamente non avrebbe mostrato altrettanta serenità di giudizio nei confronti degli americani, sempre nel mirino delle critiche, al punto da credere alla versione dei sequestratori che la convinsero: «Gli Usa vogliono ucciderti».
La giornalista ritenne che questi servizi fossero lesivi della sua dignità, in particolare per quelle parole di Fede («vergognose e squallide farneticazioni») riferite alle frasi pronunciate dalla Sgrena in quel filmato da lei registrato sotto la minaccia delle armi.

Dopo una causa di due anni e le testimonianze dei giornalisti Toni Capuozzo, Antonio Polito e la versione della stessa Sgrena, il giudice di Roma ha deciso che il fatto non costituisce reato perché assolve il diritto di critica. Nessuna ammenda, dunque, come richiesto dall’inviata del Manifesto a carico di Fede.

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