Empoli e Bayern: il Milan si gioca la Champions

Empoli e Bayern: il Milan si gioca la Champions

nostro inviato a Milanello
Tutto in cinque giorni: il Milan si gioca una stagione intera in due partite. Oggi con il sorprendente Empoli nella corsa verso il quarto posto che dà la possibilità di accedere ai preliminari di Champions, mercoledì a Monaco col Bayern per continuare l’avventura che vede i rossoneri da cinque stagioni sempre ammessi nei piani alti della coppa più prestigiosa. «Abbiamo piu chances di arrivare quarti in campionato, con 9 partite da giocare e gli scontri diretti in casa con Empoli e Fiorentina, piuttosto che di vincere la Champions. Però a Monaco la semifinale è tutta da giocare e andiamo lì per vincere»: Carlo Ancelotti guarda in faccia la realtà, dopo il deludente 2-2 casalingo con i tedeschi, ma è convinto che questo Milan abbia le carte in regola per andare in semifinale.
E non si risparmia niente il tecnico rossonero: «Orientativamente cercherò di mettere in campo la formazione migliore anche contro i toscani, poi magari ci sarà chi non ha recuperato al meglio e ha bisogno di lavorare bene per mercoledì, ma non ci sarà il turn over prestabilito. Maldini non può fare due gare di fila; Nesta ne ha fatte due ravvicinate dopo quattro mesi; Seedorf deve ancora lavorare per trovare la migliore condizione. Inzaghi non sta benissimo, ha un problema al flessore che gli limita lo sprint, ma potrebbe anche giocare oggi, anche se sta facendo cure e lavori particolari. Kaladze ci sarà sicuramente». Ancelotti teme l’Empoli: «Ci sta davanti, ha fatto tantissimi punti, noi non dobbiamo fare calcoli, la partita è davvero importante. Dopo ci sarà tempo per pensare al Bayern».
E poi la dichiarazione d’amore per Kakà: «Col Celtic è stato determinante e anche col Bayern alcune sue azioni hanno dato fastidio alla difesa. Per noi è fondamentale averlo in campo. Finché non dà segni evidenti di cedimento, giocherà sempre, per me è un giocatore insostituibile». Però i tedeschi aleggiano come fantasmi, proprio come Dida, lo spettro del bel portiere che fu, ma Ancelotti (che nella Juventus ebbe lo stesso problema con l’olandese Van der Saar) lo difende: «Sul primo gol non ha fatto errori, sul secondo forse poteva coprire meglio il primo palo, ma era un’azione molto confusa. Dida mostra serenità, tranquillità, riesce a gestire bene questi momenti, forse Van der Saar era più apprensivo. Comunque al Milan la gerarchia è ben definita: dopo Dida ci sono Kalac, Storari e Fiori».
Sui consigli del Berlusconi-allenatore e sul suo futuro (incerto?) Ancelotti sorride: «Sulla gestione degli ultimi dieci minuti parlo spesso con il presidente Berlusconi. Non è una novità, lo facciamo da 2/3 anni. Il Milan ha costruito gran parte delle sue fortune sul possesso palla, anche se nel finale quando manca un po’ di lucidità forse è difficile farlo. Occorre più lucidità, non farsi prendere dalla frenesia e tenere la difesa più alta su una punizione da metà campo». Nessuna polemica dunque col presidente, toni bassi anche sul gioco delle punte e sull’albero di Natale: «L’albero o le due punte non cambiano l’atteggiamento della squadra. Gilardino (difeso dalla società con un comunicato che lo ritiene “intoccabile”, ndr) è stato un punto di riferimento davanti positivo contro i tedeschi.

Ronaldo ha riposato e ha lavorato bene e oggi potrà essere un’arma in più perché la sua abilità nello stretto può essere utile contro una difesa chiusa». Insomma, Ancelotti, da lottatore vero, non s’arrende mai e, soprattutto, ci crede ancora.

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