Economia

Endesa, E.On chiede ai giudici di fermare la scalata dell’Enel

da Milano

È guerra legale (e anche guerra dei nervi) tra la cordata Enel-Acciona ed E.On. Ieri, proprio nel giorno in cui il Parlamento cambia le regole sull’Opa ma con effetto ritardato, il gruppo tedesco ha presentato un ricorso presso l’Alta Corte di giustizia spagnola. Esso è contro la decisione della Consob iberica (Cnmv) che ha autorizzato il lancio dell’Opa su Endesa, ma dopo 6 mesi dalla scadenza di quella di E.On.
Nel ricorso il gruppo di Düsseldorf chiede il blocco totale e definitivo dell’Opa di Enel e Acciona e che venga anche proibita qualsiasi azione di Enel-Acciona per arrivare al controllo della società madrilena. E a fianco di E.On si schiera il vertice di Endesa: «In base alla legislazione corrente, Enel non può avere un rappresentante nel board di Endesa e i suoi diritti di voto non possono superare il limite del 3%», ha affermato il numero uno di Endesa, Manuel Pizarro.
Ma Acciona risponde annunciando che tra il 16 e il 20 aprile presenterà assieme a Enel il prospetto dell’Opa e che farà ricorso alla Cnmv contro il blocco dell’Opa per 6 mesi. E intanto la Cnmv avverte che dal 4 aprile, il giorno dopo la fine dell’Opa di E.On, il titolo di Endesa sarà sospeso alla Borsa di Madrid. Ieri al listino madrileno il titolo viaggiava a 40,50 euro, 50 centesimi in più di quanto offerto dai tedeschi. Mentre Enel, a Piazza Affari, ha riconquistato la soglia degli 8 euro. Secondo Jorge Vega-Penichet, segretario generale di Acciona, «la risoluzione della Cnmv dice che non autorizzerà l’Opa nei prossimi 6 mesi, ma ciò non significa che non si possa presentare la documentazione e che non possa essere esaminata. Del resto questa valutazione comporta normalmente tempi compresi tra i 4 e i 5 mesi, per cui in termini pratici questa limitazione della Cnmv non ha un’importanza notevole nel calendario».
Insomma, si annuncia un periodo di violenti scontri legali, anche se ieri il Financial Times invitava E.On a evitare una guerra di trincea e avvertiva il suo numero uno, Wulf Bermotat, che «fino a ora la sua inflessibilità non lo ha portato da nessuna parte». Ma il gioco dei tedeschi, osservano alcuni operatori, sembra essere sempre quello di mettere in difficoltà l’Enel con una raffica di intoppi legali che le facciano perdere tempo e soldi e la costringano a sedersi al tavolo delle trattative in posizione più debole, dopo che ormai analisti e Borsa danno per scontata una vittoria della cordata italo-spagnola. E a quel punto l’ad italiano, Fulvio Conti, potrebbe essere disposto a cedere un «pacchetto» di attività a E.

On, o ad alzare il prezzo dell’Opa oltre i 41 euro.

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