Enel, cresce l’utile ma il Tesoro taglia i bonus ai manager

Ridotto del 20% il piano di stock option. Conferme per Gnudi e Conti. Trimestre ok

da Milano

L’assemblea degli azionisti di Enel ha approvato il bilancio 2007, che si è chiuso con un utile netto in progresso del 31% a 3,9 miliardi di euro e ha dato il via libera alla distribuzione di un dividendo di 0,49 euro ad azione (0,20 già erogati, sotto forma di acconto, nel novembre scorso). Il saldo della cedola 2007, pari a 0,29 euro per azione, sarà messo in pagamento il 26 giugno prossimo. Per lo Stato, il contributo di Enel porta così circa 640 milioni al Tesoro, in virtù della sua partecipazione pari al 21,10% del capitale.
Altri 215 milioni circa arrivano, invece, al ministero dell’Economia indirettamente, attraverso la Cassa depositi e prestiti (70% del Tesoro, 30% Fondazioni), che detiene il 10,14% di Enel. Una partecipazione a fronte della quale la Cdp incassa una cedola di circa 307 milioni. Tornando ai dati, sul fronte dei ricavi il gruppo ha registrato una crescita del 13,4% a 43,673 miliardi. L’indebitamento finanziario, a fine dicembre, è invece decisamente cresciuto a 55,7 miliardi contro gli 11,69 miliardi dell’anno precedente dopo la campagna acquisizioni in Spagna, con la conquista del gruppo Endesa e di una prima quota della russa Ogk5. L’indebitamento, comunque, ha spiegato l’amministratore delegato Fulvio Conti non desta preoccupazioni: «Il cash flow e i fondamentali del gruppo lo rendono compatibile con i rating attuali». Conti ha confermato anche la previsione di una conclusione, entro giugno, della dismissione di asset di Endesa e Viesgo. L’ad ha confermato anche la politica dei dividenti di almeno 49 centesimi. «Il 2008 sarà un anno positivo - ha aggiunto l’ad - che chiuderà con risultati superiori al 2007 e già il secondo trimestre sarà superiore alle aspettative. Abbiamo un buon risultato, con buoni volumi, un buon mix e buone vendite». Accettata favorevolmente anche la proposta del primo azionista, il Tesoro, di ridurre del 20% il piano di stock option destinato ai manager. Il Tesoro ha anche auspicato che i poteri dell’ad restino invariati. Sulla trattativa con Terna per la cessione della porzione residua della rete ad alta tensione, Conti ha spiegato che «ci sono differenze di valutazione». Per Enel è ragionevole una valorizzazione pari a 1,6-1,7 miliardi, mentre le stime di Terna parlano di 1,2 miliardi. Sul nucleare, poi, «c’è spazio per fare un passo avanti». L’assemblea ha rinnovato il cda, confermando Piero Gnudi alla presidenza. Nel consiglio, oltre a Gnudi, è stato confermato anche Conti (a cui il primo cda che seguirà l’assemblea riassegnerà la delega di ad). Il cda è composto da Gianfranco Tosi, Alessandro Luciano, Fernando Napolitano e Lorenzo Codogno espressione del ministero dell’Economia, mentre, per i fondi, ci sono Augusto Fantozzi, Giulio Ballio e Renzo Costi.

Gnudi ha poi fornito le cifre dell’investimento in Wind, società ceduta alla Weather Investment di Sawiris. «L’investimento non recuperato si attesta a circa 5 miliardi, circa il 29% del totale investito». In Borsa il titolo Enel è sceso del 2,43 per cento.

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