da Milano
Stop allo campagna acquisti. Enel si ferma in Spagna e in Russia. E non è interessata a eventuali asset che, in Francia, dovessero essere dismessi per motivi di antitrust dalla fusione tra i due colossi Suez-Gdf.
Gli attuali perimetri internazionali vanno bene. E i vertici di Enel prevedono la conclusione dellOpa su Endesa per la prima metà di ottobre. Ieri, illustrando agli analisti una semestrale apprezzata dal mercato (il titolo ha chiuso in rialzo dello 0,95% a 7,42 euro), Fulvio Conti ha snocciolato numeri sui quali si cominciano ad avvertire gli effetti della forte internazionalizzazione. «La nuova dimensione estera raggiunta - ha spiegato lamministratore delegato -, unita ai programmi di efficienza attivati in Italia in tutte le divisioni, ci fanno prevedere risultati operativi per lintero esercizio 2007 in miglioramento rispetto al 2006».
In ogni caso, la dimensione internazionale costa: lindebitamento, al 31 giugno scorso, è salito del 114,4% a 25,07 miliardi, contro gli 11,69 miliardi del 31 dicembre 2006, dopo la campagna acquisti: la crescita del debito è legata «principalmente allacquisizione del 24,97% del capitale di Endesa, nonché allacquisto di una quota del capitale della società di generazione russa Ogk-5». Enel dovrebbe salire in Ogk-5, entro linizio dellanno prossimo, dallattuale 29% alla maggioranza assoluta.
Questo piano di espansione internazionale, comunque, porterà a un innalzamento simultaneo della capacità del gruppo di generare cassa a livello consolidato. Il che, a detta della società, renderà sostenibile il piano di sviluppo stesso, che non dovrebbe modificare latteggiamento delle società di rating verso Enel. E questo dovrebbe valere anche nei confronti degli azionisti. Conti ha infatti assicurato che il dividendo annuale resterà a 0,49 euro; questanno, è previsto per il 22 novembre il pagamento di un acconto di cedola di 20 centesimi.
Nel primo semestre i ricavi sono risultati in calo (meno 1,1% a 18,857 miliardi di euro) per le minori vendite di elettricità sul mercato nazionale (meno 1,7%, contro il più 188% delle vendite allestero), mentre il margine operativo lordo è salito del 2,3% a 4,462 miliardi, con un utile netto pari a 1,982 miliardi, sostanzialmente stabile (più 0,2%) rispetto agli 1,978 miliardi dello stesso periodo del 2006. Sono lievitati del 33,7% anche gli investimenti, che si sono così attestati a 1,52 miliardi di euro.
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