Energia che nasce dalle foglie

Parlerà ligure un pezzo d'energia alternativa made in Italy. Residui agricoli, fogliame, pezzi di legno e scarti dell'industria alimentare si trasformeranno presto in energia elettrica. La scommessa porta la firma di Umberto Risso, presidente degli industriali liguri, uno dei principali industriali italiani nel settore dei gas per autotrazione e si chiama pirogassificatore. Il primo impianto completamente costruito in Italia entrerà in funzione in Piemonte e alla sua realizzazione hanno partecipato professori dell'ateneo genovese, associazioni degli agricoltori e aziende hi tech nel settore meccanico. L'investimento ha toccato la bella cifra di circa 3 milioni di euro. Produrre energia nella versione realizzata da Risso e dai suoi manager permette un doppio guadagno. Da una parte consente di utilizzare prodotti che altrimenti dovrebbero essere smaltiti con costi elevati e dall'altra non produce inquinamento. I più anziani ricorderanno certamente di aver visto circolare negli anni difficili della seconda guerra mondiale automobili a gasogeno. Si tratta di una tecnologia nota da più di un secolo, la pirolisi, ed è stata sfruttata per la prima volta su larga scala all'inizio dell'800 per illuminare le grandi città europee. Poi l'abbondanza dei combustibili solidi come il petrolio ha mandato in soffitta quella tecnica e c'è voluta la crisi ambientale per farla tornare in auge.
Il merito di Risso e dei suoi soci piemontesi della Cip è stato quello di aver investito per rendere la pirolisi completamente pulita annullando la produzione di elementi inquinamenti che gli impianti dell'altro secolo producevano in gran quantità. Il segreto è nella modernissima tecnologia del sistema di filtraggio capace di ridurre a zero la produzione di ossidi d'azoto. Il pirogassificatore è realizzato nello stabilimento Biesse di Leini in provincia di Torino specializzato in sistema di filtraggio ad alta efficienza e alla sua realizzazione hanno contribuito oltre al progettista Luigi Bellomo, il professor Ferruccio Pittaluga dell'Università di Genova e il Savona Combustion Laboratory. Il primo impianto entrerà in funzione a Caluso, nel Torinese ed avrà una capacità di 400 Kw elettrici e 600 termici. Il costo di questa tecnologia è calcolato in 3 milioni di euro ogni megawatt installato. «Venderemo la nostra elettricità all'Enel - spiega Salvatore Marasà, ad della società del gruppo Risso che si occupa del progetto - e il calore alla piscina consortile ad un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato». Nei piani di Marasà dopo Caluso altri pirogassificatori entreranno presto in funzione,sempre in Piemonte, a Sale, nell'Alessandrino e Lombriasco e Torre nel Cuneese. E non basta. In progetto c'è anche lo sbarco in grande stile sui mercati esteri con un occhio di riguardo agli Usa dove Obama ha puntato tutte le sue carte sulle energie alternative ai combustibili fossili. Marasà è convinto che la tecnologia ligure dei pirogassificatori potrebbe ben presto trasformarsi in un settore industriale di tutto riguardo.

Secondo il manager del gruppo Risso non è azzardato immaginare la creazione di una filiera capace di dar lavoro in Italia a centinaia di addetti e produrre 150 o forse 200 megawatt alleggerendo così la nostra bolletta energetica del costo di circa 300 mila tonnellate annue di petrolio e gas.

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