da Parigi
È arrivata a conclusione la telenovela del matrimonio tra il gruppo pubblico transalpino Gaz de France (Gdf) e quello, che venne privatizzato nel 1987, Suez. La fusione non è priva di sinergie industriali assai promettenti, ma ha in sé una sorta di «peccato originale»: nel febbraio 2006 venne decisa per ragioni di puro patriottismo economico. In quel momento si parlava di uneventuale Opa di Enel sul gruppo franco-belga Suez, che aveva acquisito alcuni importanti attivi energetici della vecchia Sgb (Société générale de Belgique). Avendo lintenzione di sbarrare la strada a Enel, il governo francese patrocinò lidea della fusione di Suez con Gdf. In seguito sono sorte difficoltà di vario genere: dubbi da parte degli azionisti belgi di Suez, perplessità della Commissione europea e ostilità aperta dei sindacati di Gdf.
Lo stesso Sarkozy è sempre stato assai tiepido su questa iniziativa. Una volta entrato allEliseo, nel maggio 2007, lattuale presidente si è però convinto che loperazione abbia solide prospettive economiche. Sarkozy ha preteso che il progetto della fusione venisse nuovamente esaminato e perfezionato per poi dare il proprio consenso alliniziativa.
Ieri, le assemblee generali dei due gruppi hanno approvato la nascita del nuovo gigante energetico europeo che si chiamerà - almeno in un primo tempo - Gdf-Suez. La proposta della fusione è stata accettata dagli azionisti a stragrande maggioranza. In Borsa i titoli delle due società si sono apprezzati di circa il 3%. Il 22 luglio la fusione diverrà operativa e definitiva con la quotazione unica del titolo Gdf-Suez. Nasce così un nuovo gigante internazionale dellenergia, che in Francia è secondo solo alla società pubblica Edf (Eléctricité de France).
La grande scommessa di Gdf-Suez è quella di fornire servizi energetici nel resto dellUnione europea. Secondo il presidente di Suez, Gerard Mestrallet, che avrà nelle proprie mani le redini del gruppo unificato, esistono ampi margini despansione nellarea comunitaria. Proprio Mestrallet ha tentato ieri di placare le polemiche di chi - soprattutto negli ambienti sindacali parigini - critica la fusione perché questa implica la privatizzazione di Gdf.
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