Roma

Energia, Marrazzo perde il primo round

Andrea Cuomo

Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta presentata dall’Enel di sospendere la delibera della Regione Lazio che ha bloccato i lavori delle opere a mare per la riconversione della centrale di Civitavecchia. Lo hanno deciso i giudici della prima sezione del tribunale amministrativo che hanno fissato per il 25 maggio l’udienza pubblica per la discussione del ricorso nel merito.
L’Enel si aggiudica quindi il primo round della battaglia contro la politica energetica di Piero Marrazzo. La sospensione decisa dai giudici amministrativi, presieduti da Luigi Tosti, infatti, è solo temporanea. Il 25 maggio prossimo i giudici decideranno se annullare o eno la delibera di giunta. Tale pronuncia comunque potrà essere appellata nelle opportune sedi.
L’Enel si era rivolta al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento, previa sospensione, della delibera della giunta regionale del Lazio dello scorso 3 aprile che ha bloccato i lavori delle opere a mare per la riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia. Con questa delibera la Regione Lazio aveva revocato l’ordinanza del 10 febbraio del presidente della regione Piero Marrazzo, recependone di fatto i contenuti. L’Enel ha anche chiesto un risarcimento di 23 milioni di euro che, secondo la società elettrica, corrisponde al danno causato dal blocco dei lavori.
Secondo gli avvocati della Regione Luca Di Raimondo e Gennaro Terracciano «Enel ha ammesso che gran parte dei materiali risultati dall’escavo (per la riconversione a carbone della centrale, ndr) saranno reimmessi in mare, senza sapere né dove né come». Secondo loro, questo dimostrerebbe che la competenza sul dragaggio e le immissioni in mare spetta alla Regione. Di conseguenza sempre secondo gli avvocati dell’ente locale, non sarebbe più valida la valutazione di impatto ambientale fatta nel 2003 dal ministero dell’Ambiente ma l’Enel avrebbe bisogno di averne una nuova fatta dalla Regione. Tesi contestata dall’Enel, secondo cui «l’intervento richiede una sola procedura di Via statale comprendente nello specifico le opere di conversione a carbone della centrale e quelle connesse quali sono le opere a mare. Ciò significa che non vi è margine per una ulteriore e separata procedura di Via regionale che riguardi le sole opere a mare e i dragaggi, che sono stati oggetto della Via espletata nel corso del procedimento».
E mentre l’Enel, dichiarandosi soddisfatta della decisione del Tar, auspica la ripresa del dialogo con la Regione e gli enti locali, dal mondo politico arrivano reazioni di segno opposto. «Sono soddisfatto della decisione del Tar del Lazio - dice Donato Robilotta, capogruppo del Nuovo Psi alla Regione -. Questo significa che i lavori possono procedere e che viene in questo modo scongiurata la crisi occupazionale dei lavoratori e delle imprese interessate». «La sospensione segna un primo stop alle scelte che Marrazzo e la sua amministrazione hanno posto in essere su un tema così delicato, come quello dell’energia, di cui il nostro Paese ha fame», dice Fabio Desideri, capogruppo al consiglio regionale della lista Storace. «La sospensione da parte del Tar è decisamente una notizia positiva sia per lavoratori elettrici che per quelli dell’indotto - dice il segretario nazionale dell’Ugl Energia, Carlo Rossi - e restituisce ai 350 dipendenti di Torre Valdaliga Nord, almeno fino a maggio, la possibilità di sperare in un futuro migliore».

Negativo invece il parere di Legambiente: «Non è certo un segnale positivo, ora attendiamo di conoscere le motivazioni che hanno portato il Tar a prendere questa decisione, peraltro molto rapida vista la mole di documentazione consegnata proprio ieri mattina dalle parti».

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