Engelberto

Figlio del conte di Berg, fu avviato alla carriera ecclesiastica e divenne prevosto della cattedrale di Colonia. Più politico che ecclesiastico, si prese una scomunica per essersi ribellato all'imperatore Ottone IV. Riabilitato, partecipò alla crociata albigese e nel 1217, trentenne, diventò vescovo di Colonia. Si dimostrò buon pastore, accogliendo in diocesi i francescani e i domenicani. Divenne sostenitore e consigliere dell'imperatore Federico II, dal quale fu fatto reggente in nome del piccolo Enrico quando nel 1220 l'Hohenstaufen dovette recarsi in Sicilia. Fu Engelberto a incoronare Enrico re dei romani ad Aachen nel 1222. Tuttavia, la sua dirittura morale gli procurò non pochi nemici. Uno di questi fu un suo cugino, il conte Federico di Isenburg, che opprimeva i suoi vassalli ed aveva anche usurpato le proprietà delle monache di Essen. Venuto a conoscenza di questi fatti, Engelberto intimò al cugino di restituire il maltolto. Ma quello cominciò a pensare come togliere di mezzo lo scomodo parente. Engelberto, avvertito del pericolo, prese a vivere sotto scorta. Ma nel 1225 questa si rivelò insufficiente. Dovendo affrontare un viaggio, si mise in cammino con i suoi uomini e a Gevelsburg venne assalito da Federico di Isenburg e altri nobili accompagnati da una cinquantina di armati. Troppi, per la scorta di Engelberto, che venne sopraffatta e il vescovo trafitto a morte. Quando la notizia arrivò a corte, il giovane Enrico sottopose a giudizio l'assassino e lo fece condannare.

Il legato pontificio in quell'occasione dichiarò ufficialmente martire il vescovo ucciso.

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