Nel mercato dellelettricità e del gas sono ancora troppo forti le posizioni di Enel ed Eni, a scapito della concorrenza: è severa laccusa che anche questanno arriva dallAutorità per lenergia elettrica e il gas. Nella sua Relazione annuale al Parlamento, il presidente Alessandro Ortis afferma che «il mercato allingrosso dellenergia elettrica presenta ancora un elevato potere di mercato in capo a operatori dominanti, primo tra questi lEnel, che sono in grado di controllare i prezzi, in determinati periodi, zone del Paese e fasi di mercato».
Situazione analoga per il gas, dove «è in progressivo peggioramento il quadro competitivo, a causa di sviluppi infrastrutturali non adeguati allandamento della domanda e a causa della dominanza dellEni sul mercato», accusa il presidente. LEni non ha reagito, lEnel respinge le accuse (Conti: «Non è vero che siamo ancora dominanti. Con il 33% del mercato nazionale è difficile esserlo, ma rispetto le opinioni dell'Autorità»).
Anche di questo fanno le spese i consumatori: le bollette elettriche delle famiglie italiane sono aumentate dal 1999, anno di avvio della liberalizzazione, del 41,1% in termini nominali (22,3% a valori reali) a fronte di un aumento del 269% delle quotazioni del petrolio. E cè il «forte rischio» di nuovi rincari per i consumatori. Lattuale prezzo di riferimento del gas naturale per le famiglie, è di 69,32 centesimi di euro per metro cubo e presenta rispetto al 2000 un incremento del 17,9% in termini nominali e del 2,7% in termini reali. Ortis ha nuovamente sottolineato la forte differenza di prezzo dellenergia tra lItalia e gli altri Paesi europei anche se, per lenergia elettrica, «nel periodo 2003-2005 è emerso qualche segnale di convergenza a livello europeo. In particolare, per i consumi domestici si è ridotta la differenza, pur sempre elevata, con i prezzi di importanti Paesi della Ue». Tra laltro, ha osservato ancora Ortis, «gli utenti domestici italiani con i più bassi livelli di consumo beneficiano di tariffe più basse dei prezzi prevalenti in Europa».
Gli incrementi dei prezzi finali dellelettricità registrati a partire dal terzo trimestre del 2004 «sono in buona parte ascrivibili a un sensibile aumento della componente legata ai costi di generazione», che rappresenta «il 70,6% della tariffa al netto delle imposte». Lincidenza crescente di questa voce «è conseguenza dell'ancora insufficiente dinamica concorrenziale sul mercato e dal lievitare dei costi dei combustibili, idrocarburi in particolare».
Preoccupato, Ortis, per lo scenario energetico, «caratterizzato da prezzi degli idrocarburi crescenti e molto volatili». Il prezzo del petrolio, «ha raggiunto quotazioni più che triplicate rispetto alla media degli anni 90», osserva la sua relazione.
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