Eni, il mercato non crede alle minacce di Tripoli

La Borsa sembra non aver dato importanza alle affermazioni del governo libico rivolte all’Eni: il titolo ieri ha chiuso con un + 1,46%. Tripoli l’altro ieri aveva ufficialmente fatto sapere di voler rivedere i contratti firmati con Gheddafi: «Le compagnia straniere dovranno provare ai libici di essere state dalla parte della Libia e non di Gheddafi e del suo regime». L’Eni aveva minimizzato: «In discussione solo due contratti di natura sociale». Il cane a sei zampe è il primo operatore straniero in Libia, l’estrazione di gas e petrolio prima della guerra civile era di 280mila barili al giorno, oggi è attorno ai 200mila. Durante il conflitto era andata a zero. Complessivamente, la produzione di barili equivalenti del gruppo è di 1,8milioni al giorno. L’ad Paolo Scaroni (nella foto) è ottimista: «Nel Paese tutto procede meglio di quanto ci aspettavamo sei mesi fa». Del resto, proprio ieri un altro soggetto italiano che ha forti rapporti con la Libia, il gruppo Unicredit, ha annunciato la ripresa dell’attività a Tripoli, che era stata ridotta a causa della guerra; si tratta – sottolinea il gruppo bancario – di una fra le pochissime presenza bancarie internazionali nel Paese, inaugurata nel 2009. L’Eni è presente in gran parte dell’area Nord Africa-Medio Oriente ma nonostante i moti della primavera araba, non si segnalano preoccupazioni per le attività che hanno sede in Egitto, in Iraq, in Tunisia, in Algeria: la contrazione di attività ha riguardato solo la Libia. La presenza più datata è quella in Egitto, dove il gruppo è attivo dal 1954 ed è il primo operatore internazionale di idrocarburi, con una produzione nel 2010 di 232 mila barili. L’attività estrattiva in Algeria risale al 1981; lo scorso anno la produzione di petrolio e gas è stata di 77 mila barili equivalenti al giorno; nel medio termine la produzione è prevista in crescita per effetto dei progetti di gasdotti in portafoglio. Le aspettative danno in forte crescita anche l’attività in Tunisia, dove il gruppo è presente da cinquant’anni.

Nel 2010 i barili sono stati 20mila al giorno, ma ci sono state importanti scoperte offshore. In Iraq l’Eni è dallo scorso anno capofila di un consorzio internazionale, mentre con l’Iran l’Eni vanta un credito di 2 miliardi di dollari che è in corso di pagamento in natura, cioè in petrolio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica