da Milano
Cè movimento sul fronte del petrolio: da un lato sta crescendo linteresse per loleodotto Samsun-Ceyhan, che permette di convogliare il petrolio del Caspio verso il Mediterraneo senza attraversare il territorio russo. Dallaltro, secondo indiscrezioni, i colloqui dellEni con la russa Gazprom sarebbero ormai molto avanzati. Eni e Calik, i due partner impegnati nel progetto Samsun-Ceyhan che collega la sponda turca sul Mar Nero con quella sul Mediterraneo, hanno firmato un accordo con la compagnia indiana Indian Oil Company Limited (Iocl) che prevede una sua partecipazione alla realizzazione dellopera. Iocl opera nella raffinazione e distribuzione.
Intanto i colloqui fra Eni e Gazprom per il prolungamento dei contratti di fornitura di gas russo allItalia sono giunti a uno stadio molto avanzato. Secondo lEspresso, sul tavolo delle trattative, che negli ultimi giorni hanno impegnato a Mosca le seconde linee dei rispettivi gruppi, sono finiti due diversi tipi di scambio. Il primo è commerciale: se i colloqui andranno a buon fine, Eni avrà un prolungamento di almeno dieci anni dei contratti di fornitura che scadono nel 2017, mentre Gazprom potrà commercializzare in Italia direttamente circa 4 miliardi di metri cubi di gas lanno, rilevando la metà della joint venture italiana Promgas oggi nelle mani dellEni. Laccordo lascerebbe la possibilità ai russi di stringere ulteriori alleanze con altri distributori, in modo da superare le perplessità dellAntitrust.
I vertici di Gazprom hanno però alzato anche la posta, chiedendo allEni di poter entrare nel controllo di giacimenti e impianti. Nel mirino dei russi sono finiti in particolare il 40% di Enipower, la società che raccoglie le centrali elettriche dellEni, il giacimento libico denominato Elephant, a 800 chilometri a Sud di Tripoli, nonché limpianto di liquefazione di gas naturale di Damietta, in Egitto. In contropartita, Gazprom avrebbe offerto il proprio sostegno allEni per lacquisto di una partecipazione di minoranza nella russa Novatek, primo produttore indipendente di gas, in cui il colosso moscovita ha rilevato in agosto una quota del 20%. Gazprom garantirebbe il proprio appoggio anche nelle aste che sono state annunciate per vendere quel che resta dellex gigante privato Yukos, in particolare per Arctic Gas.
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