È lIrak la nuova frontiera di Eni: lamministratore delegato Paolo Scaroni è fiducioso sul buon esito della gara per aggiudicarsi il contratto relativo allo sfruttamento del giacimento petrolifero di Nassirya. Un ottimismo indirettamente confermato al Giornale dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, partito ieri per Baghdad dove incontrerà «i sette ministri che si occupano delle materie del mio dicastero. E firmerò - ha detto - un accordo che ci permetterà di avere in Italia unaltissima percentuale del petrolio estratto in Irak». Unintesa a livello governativo che potrebbe preludere alla prossima sigla del contratto anche da parte di Eni.
«Mi auguro - ha detto Scaroni in unintervista al programma tv Domenica in - che questo avvenga nei prossimi mesi. La nuova frontiera che vogliamo aprire è lIrak, che è un po la nuova mecca del petrolio. Ho lambizione che Eni sia la prima compagnia internazionale che sbarca in quel Paese». In corsa per il giacimento di Nassirya - che si trova nella provincia di Dhi Qar, nel Sud del Paese - sono solo tre compagnie petrolifere: oltre a Eni, ci sono la giapponese Nippon Oil e la spagnola Repsol. La settimana scorsa il ministero iracheno del petrolio aveva annunciato che il governo stava ultimando lesame delle offerte presentate dalle compagnie, per decidere entro marzo a chi assegnare il contratto.
Nassirya, dove le truppe italiane sono state impegnate per tre anni e mezzo in una missione di pace conclusasi nel dicembre 2006, è uno dei molti giacimenti iracheni già scoperti ma non ancora sfruttati. Ma è ben conosciuto da Eni, che ha già compiuto in passato studi geologici e ipotesi di sfruttamento sia con personale italiano, sia con personale iracheno. «È un campo che conosciamo molto bene e dove abbiamo fatto studi geologici - ha sottolineato nei giorni scorsi lo stesso a Scaroni - e che in futuro potrà produrre un milione di barili al giorno». Attualmente il giacimento, secondo le stime del ministero del petrolio iracheno, vanta riserve per circa 4,4 miliardi di barili, con un potenziale di produzione di almeno 300mila barili al giorno.
Intanto, sostiene ancora Scaroni, il calo del prezzo del petrolio degli ultimi mesi porterà a un risparmio per le famiglie italiane «tra i 1.200 e i 1.500 euro, che rappresenta quasi una quattordicesima, fatto di meno spese per la benzina, meno spese per il gas e per tutte le energie che gli italiani comprano».
Lad di Eni ha dato due consigli agli italiani alle prese con la crisi economica: uno sul risparmio energetico, «la strada maestra - ha detto - che abbiamo davanti a noi per beneficiare il nostro portafoglio, lambiente e garantire alle generazioni future idrocarburi.
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