Sono riconoscimenti/risarcimenti vari Oscar 2007. Quello alla carriera - nell'occasione per Ennio Morricone - lo è sempre, ma stavolta lo sono anche tutti quelli principali: per il miglior film, per la regia e per i protagonisti. The Departed di Martin Scorsese ha ricevuto i primi due perché li meritava, ma anche perché non li aveva ancora avuti. Chissà: forse aver presentato The Departed alla Festa di Roma, anziché al Festival di Cannes (come Taxi Driver) o alla Mostra di Venezia (come Quei bravi ragazzi e Casinò) gli ha portato bene.
Più discutibili - ma solo per i contraddittori parametri estetici - gli Oscar a Forest Whitaker e a Helen Mirren. Ricomponendo una celebre «coppia» di protagonisti delle velleità del Commonwealth di trent'anni fa, l'Academy ha onorato tanto chi ha incarnato il presidente ugandese Amin nel fulgore, quanto chi ha incarnato la regina Elisabetta nel «dolore» (per Lady Diana).
Entrambi i film - L'ultimo re di Scozia di Kevin McDonald, nipote di Emeric Pressburger, e The Queen di Stephen Frears, che, produttore Scorsese, a Hollywood diresse Rischiose abitudini - sono più storici che politici, ma le due recitazioni premiate sono perfettamente antagoniste: Whitaker interpreta, la Mirren imita. Resta comunque che ambedue sono attori che da tempo aspettavano e meritavano la statuetta. Anche nel loro caso, essa è giunta tardi, ma non è giunta col film sbagliato, anzi. E soprattutto quest'anno non c'è motivo di credere, come gli anni scorsi, che si sia premiato, attraverso l'interprete, si sia voluto premiare il personaggio.
No, quest'anno il premio per il «messaggio» politico interno non è andato a Babel di Iñarritu, iperbolica serie di disgrazie capitate a poche persone in pochi giorni: è stato dato direttamente al vicepresidente di Clinton. Ora infatti Al Gore non partecipa più a bombardare la Serbia, ma ai festival del cinema (Cannes), col documentario Una scomoda verità, contando di salvare il clima. Oltre ai serbi, gliene sono stati grati dunque anche i soci dell'Academy.
Il messaggio politico esterno è invece andato, in forma di Oscar al miglior film non americano, il tedesco La vita degli altri, opera prima di Florian Henckel von Donnersmarck, storia di un intellettuale sorvegliato dalla Stasi nel 1984. Il lungo presente ecologista è bilanciato dal ricordo del lunghissimo passato anticomunista.
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