Nelle settimane dominate da Battlefield 6, e con Call of Duty: Black Ops 7 in arrivo tra una manciata di giorni, nessuno si aspettava che un altro gioco multiplayer avrebbe ottenuto tanto successo, al punto di scalzare lo sparatutto di Electronic Arts dal primo posto della classifica di Steam. Stiamo parlando di ARC Raiders, un extraction shooter sviluppato dagli svedesi di Embark Studios, già noti per The Finals. Il titolo ha toccato il picco di oltre 354mila utenti connessi contemporaneamente e, secondo le analisi di Gamalytic, avrebbe già venduto oltre 1.5 milioni di copie solo sulla piattaforma di Valve, generando 57,8 milioni di dollari di entrate.
Un risultato decisamente notevole, e merito delle numerose e ottime qualità del prodotto che saltano immediatamente all’occhio. Per dare un po’ di contesto, ci troviamo in un’Italia postapocalittica, devastata come il resto del mondo dagli ARC, macchine che avrebbero dovuto proteggere l’umanità ma che ora le danno la caccia. I sopravvissuti si sono rifugiati in una città sotterranea, Speranza. I pochi coraggiosi che osano avventurarsi in superficie sono chiamati Raider, uomini e donne che rischiano tutto per strappare alle rovine ciò che resta del passato. Non sono eroi, questo è chiarito dopo pochi minuti di gioco, ma avventurieri che non esitano a rivolgere le armi contro i loro simili, se questo vuol dire assicurarsi un bottino invitante.
Come in ogni titolo appartenente a questo genere, infatti, i giocatori non si scontrano solo con i nemici controllati dall’IA, i robotici ARC, ma anche contro altri utenti, in una struttura nota come PvPvE (Player vs. Player vs. Environment). Ogni spedizione in superficie è carica di tensione: nel silenzio di paesaggi devastati, ogni suono echeggia tra le pareti di edifici abbandonati, ogni sparo squarcia la quiete, ogni contenitore scassinato a forza fa un baccano tale da far stringere i denti. Perché gli ARC non sono passivi, tutt’altro. Reagiscono ad ogni suono, pattugliano, esplorano, chiamano rinforzi. E gli altri giocatori potrebbero sentire i rumori e decidere di investigare, forse per dare una mano ad un compagno Raider messo all’angolo dai robot, o forse per piantargli un proiettile nella schiena e recuperare il bottino.
Il titolo, insomma, a tutte le qualità per imporsi nel panorama degli extraction shooter, ed è approcciabile abbastanza facilmente da attirare anche chi non ha speso ore e ore su titani del genere come Escape from Tarkov.
Il team di sviluppo, inoltre, ha già diffuso la roadmap dei contenuti che intende rilasciare entro la fine dell’anno e ha promesso un supporto decennale, segno della fiducia nel progetto e della volontà di continuare a foraggiare i giocatori affamati con nuove armi, mappe e missioni, rendendo continuamente avvincente ed interessante l’esplorazione di Calabretta Sud.