La scelta vincente del ritorno alle origini: il successo di Battlefield 6

Il titolo ha ripreso a piene mani i punti forti dei capitoli passati, creando un'esperienza multiplayer appagante e con numeri da record. E ora Call of Duty trema

La scelta vincente del ritorno alle origini: il successo di Battlefield 6
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Spesso, sui social, quando viene pubblicato il trailer del nuovo capitolo di una saga videoludica che ritrova le sue radici, che riprende dal passato ciò che l’ha resa famosa, gli utenti commentano con una frase: We are so back, traducibile come “siamo davvero tornati”. Ecco, queste parole sono applicabili quasi alla perfezione a Battlefield 6.

Dopo i risultati mediocri del quinto e il disastro di Battlefield 2042, lo studio di sviluppo dello sparatutto in prima persona ha deciso di abbracciare di nuovo a piene mani ciò che ha reso la saga l’unico vero Call of Duty – killer sul mercato, ovvero battaglie su larga scala con 64 giocatori condite dalla presenza di veicoli, come carri armati, elicotteri, jet, blindati, e da ambienti distruttibili. Certo, siamo ancora lontani dalle mappe di Battlefield 4 o di Battlefield 1, che cambiavano radicalmente con determinate azioni dei giocatori capaci di portare devastazione, ma i passi verso la direzione giusta sono indiscutibili e nulla vieta agli sviluppatori di spingere ancora di più su questo aspetto, tra i più apprezzati della serie.

Il fatto che la scelta di Electronic Arts sia stata vincente lo dimostrano i numeri. Al lancio, è stato raggiunto il picco di oltre 747mila giocatori connessi contemporaneamente, schiacciando i risultati ottenuti da qualsiasi capitolo dell’Fps di Activision. La media delle recensioni, inoltre, è positiva, con il 75% degli utenti che hanno espresso la loro approvazione

Dal punto di vista tecnico, anche mantenendo settaggi grafici bassi, il gioco è visivamente appagante. Punto a favore anche la stabilità, con 60 frame al secondo fissi persino nei momenti più concitati. E a parte i problemi segnalati nel giorno di lancio per chi ha acquistato il titolo sulla piattaforma di EA, non sembra che vi siano difficoltà nel connettersi ai server.

Per quanto riguarda il gameplay, il movimento è fluido, le armi sono estremamente personalizzabili e il loro utilizzo è appagante. Le mappe per la modalità multiplayer sono interessanti ed intricate, con molti punti in cui è possibile aggirare i giocatori nemici o tenere bloccate squadre intere. Le classi disponibili sono quattro: assalto, supporto (il medico), ingegnere e ricognitore (il cecchino), tutte dotate di abilità passive differenti, oltre ad un ampio arsenale di armi e oggetti da mischiare per ottenere la propria build preferita.

L’unico punto dolente di questo titolo è la campagna, breve, con una storia poco convincente e un cast di personaggi non proprio eccelso, ma dopo Bad Company la serie non si è concentrata molto sulla componente single player.

Quindi, Battlefield 6 ha “ucciso” Call of Duty? È ancora presto per dirlo, se ne potrà discutere dopo l’uscita di Black Ops

7 il 14 novembre. È comunque certo che, dopo anni, CoD ha di nuovo un temibile avversario, che diventerà ancora più pericoloso con il rilascio, il 28 ottobre, della modalità Battle Royal.

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