Felice Manti
da Milano
Ferrante, che male ti Fo? A Milano lo scontro a sinistra sinfiamma, a dispetto delle temperature siberiane che stanno gelando il capoluogo lombardo. Le primarie del centrosinistra tra Dario Fo e lex prefetto Bruno Ferrante, previste per il 29 gennaio, saranno sfida vera. Perché il premio Nobel, nonostante quella che sembrava una candidatura di bandiera, ci crede davvero nel sogno di succedere a Gabriele Albertini. Il suo primo avversario, però, non è il candidato del centrodestra (sarà probabilmente il ministro Letizia Moratti, che scioglierà le sue riserve nei prossimi giorni), ma lex prefetto sostenuto da Ds e Margherita.
E così lattore ha iniziato una campagna mirata al suo sfidante più accreditato. Fo sa di poter contare sul suo pedigree di artista dannato e sullappoggio di Rifondazione comunista. Ma sa che non basta e soprattutto che il passato di uomo dordine di Ferrante, per il quale è stato scelto da Fassino e Rutelli, può essere considerata unarma a doppio taglio da agitare minacciosa davanti alla sinistra movimentista e disobbediente.
La strategia di Fo si è rivelata nella lettera appello ai suoi elettori pubblicata da Beppe Grillo nel suo blog, il cui polemico leit motiv è: «Dovè Ferrante»? Non cera durante le proteste contro la riforma della scuola voluta proprio dal ministro dellIstruzione, non cera durante loccupazione dello stabile di via Lecco da parte di stranieri regolari provenienti dallAfrica. «Speravo di trovarci anche lui - scrive Fo nel suo appello - ma non cera». Neanche quando Fo era in mezzo ai manifestanti che protestavano per labbattimento del Bosco di Gioia, al posto del quale verrà costruita la nuova sede della Regione Lombardia. «Ho cercato il mio antagonista, mi dicono - aggiunge maliziosamente - che è stato visto in un palazzo del centro a conversare con grandi imprenditori del mattone e della calce».
La denuncia di Fo è chiara: si è rimesso in attività «laffarismo» di Milano, come dimostra il progetto riguardante la costruzione di tre grattacieli in zona Fiera. «Di fronte a queste cose cè da rimanere sbalorditi - dice Fo -, andranno ad abitare in quella zona 15mila persone senza che ci sia lo spazio sufficiente per accoglierle. Milano sta per essere sotterrata dallaffarismo». È per questo che Fo si sarebbe lasciato convincere ad accettare la candidatura alle primarie, è su questo filo di rasoio che intende battersi con Ferrante. La sua idea di Milano è chiara, così come la sua strategia: «Bisogna protestare, muoversi», avverte Fo, che ha firmato in calce la sua chiamata alle armi con un polemico invito: «Ferrante vieni anche tu? Ferranteeee! Non mi risponde. Finisce che mi toccherà andarci da solo».
Ieri mattina lincontro, che in molti a sinistra si auguravano risolutorio. Una stretta di mano durante il corteo organizzato dai sindacati in occasione dello sciopero generale, ma niente più. Troppo poco per deporre lascia di guerra. Nel pomeriggio di ieri il nuovo affondo: «Per me Ferrante sbaglia a non essere presente in certe situazioni. È come andare ancora a scuola, a imparare cosa succede in città. Bisogna incontrare e ascoltare: se non conosci i bisogni della città, non te li raccontano certo nel salotto buono».
In serata è intervenuto lo stato maggiore della Quercia milanese a spegnere lincendio, assecondando il diktat di Fo. Il segretario provinciale dei Ds, Franco Mirabelli, ha invitato «i candidati alle primarie per un incontro fra i partiti dellUnione», fissato al prossimo 30 novembre nella sede dei Ds di via Pergolesi.
«Incontriamoci e ristabiliamo un clima sereno, perché si chiudano le polemiche tra noi», la preghiera di Mirabelli a Fo. Il quale ha accettato di buon grado.
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