Cominciamo ad allenarci sul Mortirolo, perché non ci resta che pedalare. Mettiamoci in testa che ci attende un futuro (che sa tanto di passato) in cui la dinamo della bicicletta sarà lunica fonte energetica tollerata. Già, perché in Italia - a forza di porre veti su atomi, combustibili e impianti di ogni tipo -, il rischio è quello di dover tornare ai falò e alle candele. Sempre che la raccolta della cera non dia troppo fastidio alle api.
Lultima crociata dei nostalgici del Medioevo è quella contro il nucleare. Messi allindice uranio, plutonio, torio, deuterio, trizio, iridio, attinio: radioattivi, quindi veleno, quindi diabolici. Ergo, in un sillogismo apocalittico da Vecchio Testamento, le centrali nucleari sono le Malebolge e peste colga qualsiasi straccio di scienziato plurilaureato che perda tempo ad argomentare che la fissione è sicura e incomparabilmente più redditizia delle altre fonti energetiche. Sforzi inutili, il «Comitato del No a prescindere» ha sentenziato che non sha da fare.
Daccordo, vien da dire, arrangiamoci in altro modo. Il problema è che gli unici giacimenti in Italia sono quelli di pregiudizi. E dai pregiudizi si ottengono pochi kilowatt, quindi le materie prime vanno importate. Proviamo con il gas, fonte primaria per le centrali termoelettriche: in questottica Silvio Berlusconi ha stretto accordi con la Russia, Eni e Gazprom sono partner nel gasdotto Southstream. Tutti contenti? Per carità di zar! Putin è un despota liberticida, è immorale anche solo pensare di parlarci. Niet.
Chiuso il rubinetto del gas per non esacerbare i sinceri democratici, proviamo col petrolio. Posto che i pozzi della Bassa Padana erano a malapena sufficienti per i distributori della Potente Benzina Italiana, dove andiamo a pescarlo? Magari in Libia, vicina e a portata di oleodotto e petroliera. Via con gli accordi Roma-Tripoli, allora? Risposta sbagliata. Gheddafi è un tiranno psicopatico, un bombardatore di civili, un maleducato unto. Farsi dare il petrolio da lui? Piuttosto andiamo tutti sui pattini.
Oltre alle remore morali, ci sono quelle ambientali. Il carbone? Macché, quello va bene giusto per il barbecue, non sapete che la centrale di Brindisi è limpianto con la maggior emissione di CO2 dItalia e che Legambiente ha promosso fior fior di giornate per dire «no al carbone»? Al bando anche i rigassificatori: quello al largo di Livorno è contestato perché «mette a rischio la presenza di cetacei nel Tirreno»; quello di Porto Empedocle è stato bloccato dal Tar perché troppo vicino alla Valle dei Templi; contro quello di Brindisi ha fatto ricorso Vendola. Lui, il governatore a impatto zero che si mette di traverso pure se si parla di biomasse, perché «si rischia la spoliazione della vegetazione africana». Vanno bene solo impianti minuscoli per lautoproduzione: in sostanza, è consentito bruciare gli stuzzicadenti che usate dopo i pasti.
Archiviati rigassificatori e biomasse, cosa resta? Il biodiesel? No, perché le emissioni aumentano del 31% con lolio di palma in luogo del gasolio. Il biogas? No, perché «i miasmi sono insopportabili», come a Terzigno. I termovalorizzatori? Sì, provate a chiederlo ad Acerra se sono ben accetti. La geotermica? No, perché i gas naturali «diffondono il caratteristico odore sulfureo di uova marce». Biofregature.
La parola magica è «rinnovabile». Che fa rima con impraticabile, però. Lidroelettrica non va bene perché condutture e dighe non rispettano il «Via», la valutazione di impatto ambientale. Un esempio? Sul Sessera, in Piemonte, si combatte la diga perché riduce la portata del fiume e impedisce il rafting e perché mette a rischio estinzione il coleottero Carabus Olympiae. Leolico non va bene, sempre per motivi paesaggistici. Undici i parchi eolici bloccati: in Sicilia le pale destabilizzano le migrazioni di grifoni e cicogne, in Toscana causano «stati dansia» negli abitanti, in Puglia fanno perdere valore ai terreni. E la panacea fotovoltaica? Forse la soluzione è trasformare lItalia in una distesa di pannelli solari. Peccato che - dal Piave a Grosseto -, nessuno li voglia sotto casa. Le motivazioni? Beh, ad Assisi cè chi protesta perché in quei luoghi San Francesco parlava agli uccelli, un po di rispetto...
Insomma, il sogno è alimentare la tv al plasma con un fischio, caricare lIPhone con gli starnuti, alimentare le fabbriche con dei battimani collettivi.
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