Marta Ottaviani
Mille morti e oltre 31mila casi di contagio. Questi i numeri dellepidemia di colera, che nelle ultime settimane sta letteralmente flagellando undici Paesi dellAfrica occidentale e centrale. Una tragedia umana di proporzioni immani, aggravata dal fatto che alcuni Stati come la Sierra Leone, il Ciad e lEtiopia non hanno ancora ufficializzato il diffondersi dellepidemia, rendendo così ancora più difficle il lavoro dellOrganizzazione mondiale della Sanità e dei Medici senza Frontiere.
La causa che ha provocato la trasmissione della malattia è londata di precipitazioni, particolarmente abbondante questanno, che ha dato luogo a inondazioni, alluvioni e smottamenti. Ambienti dove il vibrione del colera prolifera con grande facilità.
La «mappa della morte» parte dal Senegal e arriva al Ciad. Territori dove ogni giorno la maggior parte della popolazione lotta per la sopravvivenza. Il prezzo più caro, fino a questo momento, lo sta pagando la Guinea-Bissau. Qui lepidemia è iniziata alla fine di giugno, ma è stata tenuta nascosta dalle autorità perché erano in pieno svolgimento le elezioni presidenziali. Lultimo bollettino del ministero della Sanità di Bissau, ieri, indicava 189 morti e quasi 10mila casi di contagio. LOrganizzazione mondiale della Sanità, sempre ieri, ha divulgato un comunicato con un dettaglio dei decessi nei Paesi dellAfrica occidentale colpiti dalla malattia nel mese di agosto. Si tratta di numeri impressionanti, che aumentano di ora in ora.
In Senegal le persone uccise dal colera sono 231, con quasi 20mila contagi. Situazione drammatica anche in Liberia, dove i decessi sono 134 e le persone colpite dallinfezione 703. In alcuni stati come il Mali, il Niger e la Mauritania, il numero dei decessi si mantiene fra i 10 e i 20, ma si teme che la situazione possa peggiorare nelle prossime ore.
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