Epifani contestato all’Università. Fischi dagli studenti di sinistra

Blitz contro il leader Cgil in un convegno a «Roma Tre» «Quale lavoro è venuto a proporci? Quello da precari?»

Epifani contestato all’Università. Fischi dagli studenti di sinistra

Roma - Fischi, tanti fischi. E poi grida, insulti e ululati vari: «Vergogna, buffone, vattene». E poi ancora il parapiglia tra gli studenti e la polizia, l’interruzione del convegno, la lettura di un comunicato: «Fuori la precarietà dai nostri atenei, no al protocollo sul welfare». Giornata dura per Guglielmo Epifani, invitato all’università per parlare di lavoro e sonoramente contestato dai collettivi di Roma Tre e della Sapienza. «Quale lavoro vieni a proporci, qui ci tagliano il futuro», attaccano i ragazzi. «Ma noi lotteremo sempre contro la precarietà», replica il segretario della Cgil. Parole forti, confronto teso: e qualcuno, fatte le debite proporzioni, ricorda persino il Luciano Lama flagellato dagli studenti del Movimento del ’77.

Stavolta sono le scorie dell’accordo del 23 luglio, ancora tutte in circolo, ad incendiare gli animi. Epifani è atteso a Roma Tre per un convegno dal titolo «Lavorare bene nell’Università pubblica di qualità». Oltre agli altri relatori, lo aspettano anche 150 persone dei collettivi, che gli hanno preparato un’accoglienza niente male. Pernacchie, strattoni, cartelli, slogan, spintoni con la sicurezza del sindacato. Bloccati due volte dalla polizia, nel cortile e davanti all’ingresso dell’aula magna, gli studenti vengono poi fatti entrare per leggere un comunicato. «Riteniamo paradossale - dicono - che Guglielmo Epifani intervenga in un convegno sul tema del lavorare bene nell’Università pubblica. Ma quale buon lavoro viene a proporci? Forse quello dei contratti da ricercatore da rinnovare ogni anno a discrezione del barone di riferimento? O quello precario che accompagna gli studi e la gestione degli atenei? Oppure quello delle prestazioni lavorative gratuite obbligatorie in molti corsi di laurea?».
Ma ce n’è pure per l’intesa sul welfare. «Il segretario generale della Cgil - si legge nel comunicato - è stato il principale promotore di un accordo di portata gravissima per le giovani generazioni e per i precari. Un accordo che peggiora la legge 30 e la legge Maroni sulle pensioni». Per tutte queste cose «è inaccettabile che Epifani parli all’università dove è meno garantito il diritto allo studio, non c’è mensa e non ci sono case».

Chiusura con slogan contro il governo: «Mille esami, mille lavori e ci chiamano pure bamboccioni». E con l’annuncio di uno sciopero il 9 novembre: «Blocchiamo la città».
Ma la Cgil, assicura Epifani, «non abbandonerà la lotta» al lavoro nero e saltuario. «È intollerabile ovunque - spiega - e ancora di più lo è in settori che investono i rapporti con le persone e richiedono responsabilità, ad esempio gli asili nido, le università e gli ospedali». Intanto, dopo dieci minuti di caos, il convegno può riprendere e la Cgil dichiarare che «gli studenti ce l’avevano con il precariato, non con Epifani». Il segretario incassa la solidarietà del presidente della Camera Fausto Bertinotti e del ministro Fabio Mussi.

Nando Simenone, esponente della minoranza del Prc, solidarizza invece «con i ragazzi che hanno contestato Epifani perché non c’è dubbio che per i giovani le prospettive sono peggiorate dopo l’accordo». La ferita è ancora aperta.

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